Whatsapp finisce sotto l'occhio vigile del Garante Privacy; infatti pare che l'ormai famosissima l'app di messaggistica per smartphone riesca ad infiltrarsi nelle rubriche telefoniche e a prelevare i dati dei soggetti del tutto ignari visto che non hanno mai fornito l'autorizzazione. Il Garante della Privacy ha infatti mostrato preoccupazione riguardo le modalità di funzionamento della famosa applicazione di messaggistica istantanea.
A finire sotto accusa è il meccanismo automatico che consente all'app di accedere automaticamente alla rubrica dei contatti dell'utente che l'ha scaricata e individuare i nomi di coloro che già utilizzano il servizio. Questo tipo di operazione serve a fornire all'utente la lista degli amici che già utilizzano l'applicazione in modo da poter entrare in contatto con loro più facilmente.Il sospetto però è che ci sia anche uno scopo speculativo dietro questa cosa; infatti, Whatsapp finisce con l'impossessarsi anche dei dati di coloro che non hanno scaricato l'applicazione, ma che figurano ugualmente nella rubrica dell'utilizzatore.
Ci si chiede il perché di una cosa simile, la risposta è molto semplice per inviare loro messaggi promozionali ed invitarli a scaricare l'app. In poche parole Whatsapp per farsi pubblicità non fa altro che utilizzare lo spam.
Purtroppo al Garante questo trucchetto non è andato a genio, così ha chiesto alla società titolare dell'app alcuni chiarimenti per darle la possibilità di difendersi dal forte sospetto di grave violazione della normativa sulla privacy. Ecco le domande alle quali la società californiana dovrà rispondere : quali tipi di dati personali degli utenti vengono raccolti al momento dell'iscrizione e nel corso dell'erogazione dei servizi di messaggistica e condivisione file, in che modo, e per quanto tempo, vengono conservati questi dati; quali sono le misure adottate per limitare il rischio di accesso da parte di soggetti diversi dagli interessati.A questo punto gli utenti sono avvisati su quanto e come usare WhatsApp.