Durante le festività di fine anno, è
risaputo, il panorama delle offerte
tariffarie sui cellulari si arricchisce sempre di più, invitando
i consumatori a fare nuovi acquisti in vista dell'anno nuovo.
Ma,
oltre a questa notizia risaputa e vantaggiosa, il 2016 ha portato
con sé una news che,
inizialmente, aveva suscitato stupore, delusione e rabbia nei
confronti dei consumatori, i
quali non si aspettavano di dover pagare circa 300 euro all'anno per
preservare il proprio smartphone.
Tassa sui cellulari: il dettaglio della bufala dei 299 euro annui
Il 30 dicembre scorso su alcuni siti generalisti veniva comunicato che, tutti i possessori di uno smartphone, anche chi lo aveva appena acquistato magari con mesi di risparmi, dal 1 gennaio avrebbero pagato una tassa di 299 euro l'anno sul proprio telefonino, solamente per il semplice possesso.
La Corte Suprema dell'Unione Europea (organismo inesistente), aveva annunciato l'applicazione della direttiva 5/1999 CE e, di conseguenza, l'introduzione della tassa, caldeggiata dal Governo italiano: nessuno scampo per i possessori di uno smartphone, costretti a versare l'imposta riscossa dalla compagnie telefoniche.
Per fortuna che, analizzando i dettagli della tassa, è stato facile capire che si trattava di una bufala:
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la Corte Suprema dell'Unione europea non esiste, esistono la Corte di giustizia o la Corte dei diritti dell'uomo;
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la direttiva numero 5 del 1999 riguarda la marcatura CE delle apparecchiature per le radiocomunicazioni e questa non potrebbe rappresentare una giustificazione per questa tipologia di provvedimento.
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Tassa sui cellulari: esiste qualcosa di simile?
Ricordiamo che paghiamo molte tasse e imposte legate al mondo della tecnologia che utilizziamo tutti i giorni: anche per i cellulari, esistono formule in abbonamento che ci obbligano a versare somme mensili all'atto della sottoscrizione di un contratto con l'operatore, sia esso per la SIM oppure per l'acquisto dell'apparecchio mobile.
Per risparmiare è necessario informarsi bene sulle offerte, anche seguendo i consigli degli esperti di SuperMoney, e non farsi prendere dal panico per notizie false o promozioni improbabili: ogni anno si diffondono queste bufale legate alla tassazione degli apparecchi mobili, come se si dovesse pagare un'imposta analoga al bollo auto; l'importante è non crederci, a meno che non ci siano fonti autoritarie a confermarlo, anche se, a volte, sbagliano anch'esse.