Il mondo della telefonia non smette mai di sorprendere. Accanto al mercato, per così dire, ufficiale, cresce sempre più quello dei prodotti ad esso correlati. Caricabatterie portatili o per la macchina, cover, pellicole, o siti web dove informarsi sugli smartphone e confrontare i prezzi dei diversi telefonini, giovano di un indotto massivo e devono i propri successi al forte dinamismo del mercato dei cellulari. L'ultima trovata, però, è certamente bizzarra, quantomeno, se non del tutto folle: noPhone, il finto telefonino per contrastare il fenomeno della "smartphone - dipendenza".
E mentre i principali brand del settore telefonia continuano a battagliare a colpi di innovazioni tecnologiche, mentre le grandi offerte sui piani tariffari di Vodafone, Wind, Tim e 3 alimentano una forsennata corsa verso l'accaparramento dei clienti altrui, ecco la genialata che, tra serio e faceto, strappa un sorriso e fa anche riflettere, in un settore segnato dall'ipercompetitività.
NoPhone è semplicemente un oggetto in plastica di dimensioni e peso pari a quelli degli smartphone più diffusi, il cui obiettivo è quello di sopperire alla tendenza, a volte maniacale, di controllare a ripetizione il display per verificare eventuali notifiche. In pratica, l'idea prende spunto dalla teoria secondo cui sia il gesto in sé del tenere sotto controllo la situazione a causare la dipendenza più che il reale bisogno di interagire e utilizzare il telefonino.
Il progetto nasce da un team di sviluppo newyorkese, coadiuvato da un terzetto di designer olandesi che ne hanno curato l'aspetto. C'è chi alimenta della facile ironia su una soluzione semplice, quasi banale, e che diffonde parecchio scetticismo sulla reale utilità dell'oggetto; qualcuno sostiene che si tratti di un fake. Nel frattempo la società cerca partner disposti a mettere sul piatto 30.000 euro per l'avvio della commercializzazione, e anche qui si ricade nella facile ironia. Investire 30.000 euro per il fac-simile di un cellulare appare una pretesa del tutto fuori luogo. Se non altro, però, la notizia fa il giro del web e strappa un sorriso spontaneo.