Ne sentiamo parlare a ripetizione tutti i giorni e ormai il termine "smartphone" è entrato nel nostro vocabolario a tal punto che ci sembra che esista da sempre.
In realtà esiste ufficialmente dal 2004 quando Nokia lanciò qualcosa di più di un semplice oggetto che poteva mandare qualche sms o una fotografia sgranata grande come un francobollo. Adesso le cose sono cambiate e di questo passo non riconosceremo più quello che ormai è diventata una delle prime cose che consultiamo appena svegli la mattina: lo smartphone! Già ora ne esistono di diversi tipi, ma a quanto pare il destino dei telefonini di ultima generazione è quello di evolversi sempre di più fino a trasformarsi in oggetti di altissima tecnologia.
Lo smartphone del futuro potrebbe infatti funzionare come un naso artificiale capace di captare gas tossici e avvisarci anzitempo di un pericolo imminente o parlare col tatto tramite elettrostimolazioni. C'è perfino la possibilità che indossando per soli dieci minuti il cellulare (Indossare? Sì, come un gioiello o un indumento) questo si ricarichi in tempo record. E ancora si parlerà di schermi flessibili e telefonini eco-compatibili.
Ma la sfida più importante è compensibilmente basata sulla ricerca di batterie che durino di più e si ricarichino più velocemente come un telefonino che sfrutta le proprietà della piezoelettricità (le cosiddette "batterie cinetiche"). La prospettiva è quella, entro cinque anni, di ricaricare dispositivi mobili (quindi non solo telefonini, ma anche lettori mp3 e iPod) con una semplice camminata o una breve corsa. Pura Fantascienza? Non proprio. Si tratta delle idee più innovative in fatto di cellulari che vengono dagli Stati Uniti e dal Giappone, alcune delle quali sono già in fase di creazione.
Uno smartphone sempre più smart quindi, se si considera il grande numero di progetti dedicati a questo oggetto ormai di culto. E non si sta parlando solo delle grandi case produttrici come Nokia, Apple, Google e Rim, ma anche di moltissimi istituti e piccole imprese indipendenti.
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