Cellulare: tanti modi per ricaricarlo

Sono allo studio due soluzioni di ricarica per il cellulare rispettivamente tramite la conversazione e il calore umano

Cellulare: tanti modi per ricaricarlo

Le energie rinnovabili sono il futuro. E cosa c'è di più rinnovabile di un'energia insita nell'uomo senza bisogno di apporti esterni? Devono averla pensata così i ricercatori che stanno lavorando su due progetti distinti per ricaricare il telefonino, il primo tramite i suoni prodotti dalla voce, il secondo attraverso il calore del corpo umano.

La scoperta degli studiosi coreani ha effettivamente dell'incredibile perché si potrà produrre elettricità dal suono, energia che verrà immediatamente sfruttata per ricaricare l'apparecchio telefonico. L'invenzione si basa su un nanomateriale ottenuto dall'ossido di zinco, quando uno strato del materiale disposto tra due elettrodi viene colpito da un suono di 100 decibel, produce 50 millivolt di energia. A quel punto basta solo continuare la conversazione per autoalimentare il proprio cellulare.


Il secondo progetto sembra più vicino alla sua realizzazione, non fosse altro che a commissionarlo è il gigante della telefonia Nokia che ha pensato bene di creare un nuovo modello di cellulare che per ricaricarsi necessita esclusivamente del calore umano (o ambientale). L'idea consiste in un telefono che, tenuto comodamente nelle tasche dei pantaloni o della giacca, trasforma l'energia termica prodotta naturalmente dal corpo umano in energia elettrica, consentendone l'autoricarica e al contempo salvaguardando l'ambiente. Si chiamerà Nokia E-Cu, sigla che sta per Environment (ambiente) e Copper (rame), e raccoglierà calore umano tramite una scocca esterna in rame e attraverso un semplice termogeneratore integrato la trasformerà in energia elettrica. Una soluzione che sembra banale ma è del tutto rivoluzionaria, anche in termini di risparmio di Co2 e di rifiuti (spazzatura elettronica) che vengono diffuse nell'ambiente. Per ora il modello è solo un concept ma il design è già esistente, frutto dell'estro creativo del londinese Patrick Hyland.


Ora resta solo da chiedersi: e io come mi vorrei ricaricare?

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