Gli italiani amano i cellulari e i 20 milioni di smartphone in circolazione lo testimoniano, ma quando si parla di sicurezza, la serietà è d'obbligo. Le analisi effettuate sino ad ora hanno dimostrato che l'utilizzo del cellulare mentre si è alla guida comporta un rischio elevato di provocare un incidente: una distrazione di soli due secondi a 100 km/h fa percorrere alla nostra macchina 56 metri prima di percepire un ostacolo. Inoltre, fra tempo di reazione (un secondo) e frenata in condizioni ottimali occorrono altri 71 metri, per un totale di 127 metri prima di riuscire a fermare il veicolo.
Ma c'è di più. Secondo l'Istat, l'utilizzo del cellulare in macchina è paragonabile alla guida in stato di ebbrezza, con un grado alcolemico pari a 80/100 ml (il limite legale in Italia è di 50mg/100ml). La conferma arriva anche da uno studio dell'ISS - Istituto Superiore di Sanità: chi guida utilizzando il telefonino (anche con l'auricolare o il viva voce), quadruplica la probabilità di rimanere coinvolto in un incidente rispetto a chi non lo utilizza.
I dati vi spaventano? Non è tutto. L'uso del cellulare mentre si è alla guida provoca un "invecchiamento" delle capacità di reazione: se un ragazzo di 20 anni si mette al volante parlando al cellulare, i suoi tempi di reazione sono gli stessi di un guidatore di 70 anni senza cellulare. I medici parlano di un vero e proprio invecchiamento precoce dei riflessi.
Così, in risposta alle preoccupazioni di sicurezza, la IX commissione trasporti della Camera, in sede referente, ha ripreso l'esame del DDL recante "Modifiche all'articolo 173 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di uso di apparecchi radiotelefonici durante la guida".
Il Testo intende introdurre una modifica all'articolo 173 del Nuovo codice della strada finalizzata all'estensione del divieto di utilizzo di apparecchiature radiotelefoniche durante la guida ai conducenti dei veicoli adibiti ai servizi delle strade, delle autostrade e al trasporto di persone in conto terzi".
Secondo Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", l'estensione del divieto ha "il solo scopo di aumentare il livello di sicurezza sulle strade e sulle autostrade del Paese e di eliminare una delle maggiori cause di distrazione alla guida che possono recare pregiudizio non solo a chi le utilizza in modo improprio, ma anche a terzi".