Il cellulare è diventato un potente strumento di controllo per i governi? A questo proposito è inquietante leggere alcuni dati estratti dal documento redatto dall'American Civil Liberties Union (ACLU), un'associazione di attivisti. Sembra, infatti, che le autorità statunitensi si avvalgano dei tracciamenti dei cellulari per carpire informazioni. Ma dove finisce il diritto d'indagine e inizia quello alla privacy? Il tema, come sappiamo, è molto discusso in tutto il mondo occidentale e anche in Italia si è vissuto un 2011 molto movimentato, da questo punto di vista.
Al di là dell'oceano Atlantico sembra, sempre secondo il gruppo di attivisti, che tracciare i cellulari sia un'abitudine all'ordine del giorno per enti istituzionali e forze dell'ordine. In barba, quindi, alla privacy di milioni di cittadini americani, che ignari, non sapranno mai di essere "spiati". Certo che, pur comprendendo la necessità dei tracciamenti per i casi di prevenzione alla sicurezza (pensiamo al terrorismo internazionale, ad esempio), l'uso intensivo di tali metodi d'indagine mette un po' paura e fa ritornare in mente periodi storici durante i quali la democrazia latitava, per usare un eufemismo. I responsabili di ACLU, inoltre, denunciano un uso indiscriminato dei tracciamenti; se così fosse, saremmo davanti a un grave danno al sistema democratico, oltre che a quello relativo all'immagine di un paese liberal per eccellenza come gli Stati Uniti d'America.
Gli attivisti si sono recati fino in tribunale e, nell'estate del 2011, hanno depositato 380 richieste per la pubblicazione dei documenti sulle policy adottate dalla polizia in materia di tracciamento. Il risultato è che solo un numero esiguo di dipartimenti segue la legge e ottiene un mandato solo dietro una consolidata ipotesi di reato. Come dire, i tempi della STASI, non sono ancora finiti?
Per queste ragioni ACLU ha presentato domanda formale per una revisione totale della legge nota come Electronic Comunications Privacy Act, varata nel 1986. Sembra fuori dubbio che la società americana abbia bisogna di un'aggiornamento normativo in materia e che, i cittadini, non possano vivere nell'incubo creato dal sospetto. Staremo a vedere come finirà, anche se, bisognerebbe aprire un altro capitolo in materia di privacy: il controllo della posta elettronica.