Le app, applicazioni tecnologiche per smartphone che soddisfano ormai le esigenze più disparate degli utenti, hanno la caratteristica di evolversi continuamente e ad una velocità frenetica, generando in chi le utilizza la assoluta necessità di essere continuamente informati sulle novità tecnologiche, al fine di non utilizzare versioni delle app obsolete e di poca utilità.
Forse la prima app di successo planetario è stata quella che ha permesso a decine di milioni di utenti in tutto il mondo di utilizzare normali sms sui nostri telefoni cellulari, questo per chiarire l'importanza strategica che hanno avuto queste applicazioni nello sviluppo dell'informatica in generale, svolgendo la nevralgica funzione di interfaccia tra il fruitore della tecnologia ed il produttore e facendo in questo modo che quasi ogni prodotto tecnologico fosse utilizzabile con facilità persino da un bambino.
Le app oggi disponibili sul mercato sono le più svariate e si possono ottenere gratuitamente o a pagamento, ma nel secondo caso i prezzi sono più che accessibili, e con il successo degli smartrphone si sono evolute in maniera sempre più esponenziale, fino a raggiungere la diffusione che hanno oggi; per fare un semplice esempio, una app all'inizio pressoché inutilizzata, ma che ha avuto un grande impatto sopratutto nel mondo giornalistico, è quella che permette addirittura di impaginarsi un quotidiano on line da soli e con il proprio smartphone, metodo utilizzato oggi da moltissimi editori di siti giornalistici on line perchè permette di interagire con il proprio sistema informatico anche mentre non si è in redazione.
Le ultime app arrivate, in campo giornalistico, sono Zite e Thirst, che permettono di essere continuamente aggiornati sulle notizie in tempo reali che arrivano non solo dalle testate on line, ma dai più diffusi social network, quali Facebook e Twitter ed anche da blog ed altri strumenti non necessariamente giornalistici, ma che comunque svolgono una unzione di diffusione delle news sul web.
Le app sono state anche criticate da molti esperti di comunicazione poichè settorializzano molto le informazioni a disposizione dell'utente finale, non permettendo che lo stesso venga a contatto con una banda molto larga di notizie e limitando la sua fruizione alle sole notizie specifiche del campo professionale cui è interessato e selezionate proprio dalle app .