Finalmente la Magistratura ha iniziato a colpire e sanzionare i comportamenti che gli istituti di credito adottano nei riguardi della clientela quando i prestiti richiesti non vengono puntualmente restituiti. Sostanzialmente, il concetto della motivazione della sentenza è il seguente: al momento in cui una banca presta somme di danaro chiedendo ed ottenendo per questo servizio tassi da usurai, anche se questi riguardano quelli applicabili sulla mora, il cliente non è tenuto a versare nella restituzione del prestito il "quantum" ad essi riferibili.
A mettere una pietra tombale è la Corte d'Appello del Tribunale di Venezia (3° Sez. Cv.) che ha accolto il ricorso nelle aule giudiziarie attivato da un'azienda operante nel bellunese. Il titolare di questa impresa aveva avviato un contenzioso con una banca dalla quale aveva chiesto e ottenuto un finanziamento addirittura nel lontano 1996.
Il soggetto in questione si era ritrovato in condizione di non poter rispettare gli impegni e nel momento in cui la sua azienda non aveva provveduto al pagamento delle rate si era visto applicare, tramite l'emissione di un decreto ingiuntivo, un interesse di mora addirittura del 36% annuo (vale a significare un 3% mensile).
La vicenda è finita su tutti i giornali della'area regionale veneta dove il problema conflittuale tra piccole e medie aziende e istituti di credito si è di fatto trasformato in una battaglia anche per i risvolti della crisi internazionale. Dal Gazzettino, apprendiamo che già nella sentenza di primo grado, presso la sezione staccata del Tribunale di Pieve di Cadore, l'imprenditore aveva ottenuto una sia pur parziale vittoria grazie al riconoscimento della "natura vessatoria della clausola" inserita contrattualmente dalla banca, ma poi avevano definito la consistenza del debito residuo applicando al capitale gli interessi al tasso legale e non più al 36%.
Nella sentenza d'appello, i giudici di Venezia hanno applicato a favore dell'azienda l'articolo 1815 del Codice civile, il quale stabilisce testualmente e senza equivoci che se in un contratto sono convenuti "interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi". Un'altra arma in più per tutti i difensori dei consumatori e dei cittadini che subiscono quotidianamente angherie da parte del sistema creditizio che non vuole conformarsi alle nuove tendenze normative.