Ormai da tempo il mercato dei prestiti italiano ed europeo vivono un periodo di sostanziale immobilismo, con banche ed istituti di credito a rimanere inermi nonostante le continue sollecitazioni di Mario Draghi (Governatore BCE) ad interrompere le politiche di credit crunch adottate.
A complicare il quadro - stando alla valutazione del Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori) - la decisione assunta qualche giorno fa dalla BCE che ha optato per mantenere il costo del danaro invariato allo 0,5%, con ciò perdendo un'altra grande occasione (sempre stando all'analisi dell'Associazione dei Consumatori) per rilanciare la crescita economica nel Vecchio Continente.
I vertici dell'Associazione speravano infatti in una riduzione minima di 25 punti base dei tassi di riferimento, cosa che avrebbe generato un decremento dei tassi di interesse applicati sui prestiti alle imprese e sui finanziamenti alle famiglie, eccessivamente onerosi per via dell'elevato spread oggetto di applicazione.
L'auspicio del Codacons sarebbe quello di seguire l'esempio della Federal Reserve e del modello USA - dove i tassi di interesse che le banche si addebitano per prestiti di 1 giorno (overnight) sono determinati dal mercato e non esplicitamente fissati dalla FED -, con la BCE che dovrebbe comunque mostrarsi più dura nei riguardi dell'immobilismo creditizio generato dalle banche, se non altro in forza dei lauti finanziamenti elargiti in questi ultimi anni proprio alle banche europee.