Non è il miglior periodo per richiedere un prestito, si sa. Se le banche voltano le spalle alle richieste di finanziamenti, ci si può rivolgere alle nuove piattaforme di social lending.
Ne abbiamo già parlato, raccontando dell'esordio di Zopa sul mercato italiano nel 2007, avventura poi interrotta dalla Banca d'Italia. Zopa, nata dal franchising di Zopa Uk, è tornata sulla scena con il nome di Smartika e una nuova autorizzazione da Via Nazionale. Adesso è il principale operatore del prestito "peer-to-peer" insieme a Prestiamoci, che è apparso nel 2010.
I vantaggi del social lending stanno nella facilità dell'accesso al credito, anche senza la garanzia di un lavoro stabile; nella sostenibilità dei tassi di interesse, in media inferiori del 2% rispetto a banche e finanziarie tradizionali. Il rischio è l'insolvenza (anche se le statistiche la circoscrivono al 2-3% dei casi): il capitale potrebbe non essere restituito per intero.
Il successo è nei numeri: Prestiamoci ha finanziato 238 prestiti dal 2010, per un totale di 1,15 milioni di euro. Smartika, attiva dal 23 marzo di quest'anno, ha già erogato 131 prestiti per un importo complessivo superiore a 828 mila euro. Il riscontro positivo non è solo italiano: oltre alla già citata Zopa Uk, l'americana Lending Club vanta già prestiti per 700 milioni di euro dal 2007 e l'obiettivo dichiarato è raggiungere il miliardo.
Il social lending si rivela proficuo sia per i debitori che per i creditori. I primi godono di un'erogazione dell'importo velocissima (anche in 24 ore, fino a 15 mila euro con Smartika e 25 mila con Prestiamoci) e tassi di interesse medi compresi fra il 5,1% e il 15%, a seconda della classe di rischio, ovvero della probabilità di restituire il prestito.
I creditori invece trovano una valida alternativa ai conti deposito o ai Btp. I capitali investiti nel social lending, infatti, costituiscono un modo abbastanza remunerativo per ottenere guadagni nel breve-medio periodo (i prestiti durano fino a 48 mesi). Il pericolo di incappare in cattivi debitori è ovviato con la possibilità di scegliere la classe di merito di chi riceverà i soldi, con relativo adeguamento dei rendimenti). I rischi sono inoltre spalmati su più soggetti: le somme versate vengono divise tra diversi debitori (30 per Prestiamoci e 50 per Smartika).
Le commissioni trattenute dai portali del social lending sono simili. Smartika chiede l'1% ai prestatori e dallo 0,5 al 2,5% ai richiedenti a seconda della classe di merito. Prestiamoci applica l'1,2% ai richiedenti e lo 0,8% ai prestatori su ogni importo che viene loro rimborsato mensilmente.