Tra le varie forme di prestito
personale che esistono sul mercato esiste una formula particolare
che non prevede l'intermediazione bancaria: il social
lending, quella forma di finanziamento "peer-to-peer" tra
privati, appunto, che permette di ottenere somme di denaro a
tassi più convenienti rispetto alle proposte del mercato bancario,
grazie all'abbattimento dei costi di intermediazione bypassati
dall'utilizzo di internet.
Un ulteriore vantaggio del social lending è anche la libertà di utilizzo del credito ricevuto, ricordiamo, a tassi vantaggiosi: la somma ricevuta può essere utilizzata per qualsiasi tipo di acquisto o progetto, a differenza dei prestiti erogati dalle banche che prevedono una finalità specifica. Questa modalità di prestito tra "pari" ha vantaggi per chi richiede il finanziamento (i tassi), ma anche per chi lo effettua in quanto può ottenere una buona remunerazione.
Social Lending: la nuova tendenza di prestito
Nel mondo il Social Lending sembra rappresentare la nuova tendenza di prestito, ovviamente e specialmente grazie agli interessi più bassi e al buon ritorno economico per chi mette a disposizione le somme. Il valore mondiale del prestito tra privati a livello mondiale è di 34 miliardi di dollari, una cifra che rappresenta più del triplo del valore dello scorso anno che si era attestato a 11 miliardi di dollari.
DA LEGGERE: Smartika, il prestito tra privati a portata di click
Social Lending in Italia
In
Italia non
ci si fida ancora dell'online tra privati: il
valore dei prestiti "peer-to-peer" erogati non supera i 23
milioni, questo
secondo una ricerca commissionata dal Crif alla Sda Bocconi.
Un
italiano su due è disponibile a intraprendere
la pratica di Social Lending e
lo fa già con le due piattaforme esistenti nel nostro Paese:
-
Smartika: nata nel 2012, ha erogato 13 milioni di euro di prestito (di cui 5 nel solo 2015);
-
Prestiamoci: nata nel 2009, ha erogato solo 100-150mila euro.
Social Lending: le insolvenze
E per
quanto riguarda le insolvenze in questa tipologia di prestito privato
che dati ci sono?
La media di debitori "in default"
su Smartika rappresenta il
valore basso del 2,5%, questo anche perché, come conferma la ricerca
di Sda Bocconi, colui che utilizza questo prestito è
un uomo con un titolo di studio medio-alto e quindi abbastanza
ferrato in materia di prestiti, di cattivi pagatori, e di
insolvenze.
Il mercato in Italia è in aumento, ma
la verità è che chiede i prestiti non si fida dei privati, ma
continua a preferire le forme tradizionali di prestito.