La notizia del declassamento dell'area Euro da parte dell'agenzia di rating Standart&Poor's ha fatto tremare prima i Governi , poi le banche, infine anche i cittadini italiani, che vedono sempre più vanificarsi i loro sforzi per contrastare la crisi economica. Chi sperava che il 2012 fosse l'anno giusto per potersi finalmente permettere una bella casa ha già cominciato a ricredersi; chi già si immaginava alla guida di un'auto nuova, ora inizia a rivalutare la bicicletta parcheggiata in garage. I più penalizzati sono però i giovani (quei giovani su cui grava il peso schiacciante del 30% di disoccupazione), che avrebbero bisogno di un sostegno economico concreto da parte delle banche per realizzare i propri progetti - dalla casa al master, dal computer al viaggio - ma si vedono rispedire al mittente le richieste di credito. Questa situazione di disagio si è andata aggravando mese dopo mese nel corso del 2011: in seguito all'ultimo colpo inferto all'Italia dal giudizio negativo di S&P si rischia il tracollo.
Il declassamento ha interessato numerosi Paesi dell'Eurozona, compresa la Francia che ha perso la tripla A. L'Italia scende invece di due livelli, passando da A a BBB+. "Mal comune mezzo gaudio", verrebbe da dire. Ma per gli italiani questa "bocciatura" rischia di avere effetti gravi sulla possibilità di accedere al credito: in altre parole, addio mutui per la casa, addio prestiti per finanziare i propri progetti.
Il declassamento di S&P sta a significare che il nostro "rischio Paese" è aumentato. Ora le banche attendono il loro turno: dopo il rating al debito sovrano, S&P assegnerà nuovi voti anche ai singoli istituti di credito. Il declassamento potrebbe determinare per le banche una maggiore difficoltà nella raccolta di finanziamenti (perché operano in un mercato domestico considerato più rischioso), con il rischio concreto di un effetto a catena sui prestiti alla clientela. Se le banche incontreranno maggiori difficoltà a finanziarsi, la prima mossa sarà aumentare gli spread (già altissimi) su mutui e prestiti, rendendo il credito inaccessibile alla gran parte degli italiani.
A scongiurare questo pericolo, almeno per il momento, ci ha pensato la Bce, che è intervenuta a sostegno dei Titoli di Stato Italiani riuscendo a mantenere il livello dello spread al di sotto del livello massimo. Ma il Paese non è affatto al riparo da nuovi rovesci di fortuna, al contrario: la situazione potrebbe aggravarsi nel caso di un giudizio negativo da parte di un'altra agenzia di rating, per esempio Moody' s. Il sistema bancario vive dunque un momento di grande tensione: l'Abi ha definito la decisione di S&P "ingiustificata, incomprensibile e irresponsabile" e ha auspicato "che sia completata ed approvata la disciplina europea sulle agenzie di rating e che Bce e Autorità di vigilanza riconsiderino da subito l' utilizzo dei rating esterni nelle loro procedure e nei modelli di valutazione". E' ciò che si augurano anche gli italiani, giovani e meno giovani, che per il momento hanno messo in "stand by" i propri progetti in attesa che l'Italia risalga la china.