La voce di Standard & Poor's si è alzata di nuovo e il verdetto nei confronti del nostro Paese è ancora una volta negativo.
A pochi giorni dal declassamento del debito sovrano del nostro Stato, passato da A a BBB+, il giudizio dell'agenzia di rating americana si è abbattuto su alcune delle principali società controllate, assicurazioni ed enti locali del nostro Paese.
La bocciatura è arrivata per Cassa Depositi e Prestiti e Poste, (controllata al 100% dallo Stato attraverso il ministero dell´Economia e delle finanze) e per alcune tra le più importanti società assicurative italiane, tra cui Generali, Cattolica e Unipol. Nella lista dei "declassati", infine, si trova anche la compagnia energetica integrata di Eni.
Un altro duro colpo da digerire per l'Italia, nonostante i giudizi dell'agenzia di rating non siano arrivati del tutto inaspettati. In una nota Standard & Poor's aveva già annunciato una serie di declassamenti nei confronti di aziende appartenenti ai nove Paesi che hanno subito un arretramento già la settimana scorsa. Il downgrade di tutte queste aziende aggiunge nuove preoccupazioni a quelle che già avevano colpito un po' tutti nei giorni scorsi. Non ultime a manifestare una certa inquietudine sono le banche. Se la mannaia di Standard & Poor's e quella di altre agenzie di rating si abbattesse anche su di loro, gli effetti potrebbero abbattersi su tutti i cittadini. In seguito ad un'ulteriore stretta del credito, l'erogazione di prestiti potrebbe diventare ancora più difficile e gli italiani potrebbero avere delle enormi difficoltà a ottenerli, con un risultato disastroso per l'economia del Paese. Se l'effetto declassamento a catena colpisse anche gli istituiti di credito, quindi, per il mercato dei prestiti si potrebbe aprire una fase di crisi ancora più nera rispetto a quella che sta già vivendo.
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