Prestiti: a volte ritornano, o almeno si spera. L'Autorità bancaria europea (Eba) ha pubblicato i risultati del test sul capitale delle banche del Vecchio Continente con risultati incoraggianti.
Ricordate la richiesta di ricapitalizzazione che l'Europa ha inoltrato agli istituti bancari nei mesi scorsi? In sostanza il messaggio suonava così: rafforzatevi, perché c'è da affrontare la tempesta. L'aumento di capitale necessario ammontava al 9%, per un importo pari a 76 miliardi di euro. Le banche sono riuscite a incamerare 94,4 miliardi, ben oltre le aspettative.
Questo si traduce in una maggiore stabilità degli istituti che, a questo punto, potrebbero ricominciare a erogare finanziamenti, soprattutto verso il mondo dell'imprenditoria fiaccato dalla crisi. Questo è anche il parere di Andrea Enria, presidente dell'Eba: "Le banche europee si trovano ora in una posizione più solida per fornire sostegno alle attività di prestito all'economia reale e consentire un ripristino graduale della capacità di accesso delle banche al mercato dei capitali per le loro esigenze di finanziamento".
Dal rapporto sono state escluse le banche greche, l'austriaca Oesterreichische Volksbank, la belga Dexia e la tedesca Westlb, oltre alla spagnola Bankia, perché si tratta di istituti con situazioni troppo particolari e forti necessità di risanamento per trattarli come gli altri omologhi europei. Infatti, il resto del panorama bancario ha scelto una strada virtuosa per trovare nuovi fondi: non sono stati prosciugati gli attivi, bensì eliminate le passività e recuperati capitali tramite nuove raccolte azionarie. Linfa fresca, insomma, che potrebbe generare conseguenze positive in tutto il sistema dell'economia reale. Le banche che hanno ancora qualche difficoltà, come l'italiana Monte dei Paschi, potranno comunque risanarsi grazie all'intervento del Fondo Salva-Stati (Efsf).