Prestiti universitari per portare a termine gli studi, i rischi in tempi di crisi
La crisi rischia di far aumentare il sovra indebitamento e le insolvenze. E le banche si difendono con piccoli importi.
In America finanziare il college dei figli con l'indebitamento è una prassi consolidata tra le famiglie, ma la stessa tendenza si sta sempre di più rilevando anche in Italia con tutti i rischi che ne conseguono a partire dalla formazione di una bolla creditizia che nei prossimi anni rischia di scoppiare negli Stati Uniti, al pari dei mutui subprime, per poi propagarsi in tutto il mondo industrializzato.
In altre parole per le famiglie e per gli studenti, a fine ciclo di studi, i prestiti per l'istruzione e la formazione professionale potrebbero rivelarsi una trappola specie in Italia per il cosiddetto ceto medio che a causa della crisi rischia di scivolare sempre più verso la soglia di povertà relativa. Il rischio di non poter poi rimborsare il prestito studenti è direttamente proporzionale all'erosione dei risparmi accumulati dalle famiglie italiane nel periodo precrisi. E' infatti crescente nel nostro Paese la quota di famiglie cui non bastano più le entrate mensili per far fronte puntualmente alle spese obbligate.
Con la conseguenza che, in virtù di una riduzione della capacità di spesa e di risparmio, aumentano nel tempo i rischi di sovra indebitamento con l'impossibilità di poter poi far fronte al pagamento delle rate dei prestiti. Le banche italiane hanno già da tempo fiutato questo rischio e, quindi, quando concedono il prestito per l'Università lo fanno spesso per importi inferiori a quella che è stata da parte del cliente la richiesta originaria.