Molto utilizzato negli ultimi tempi il prestito fra privati, anche conosciuto come social lending. Ha però degli svantaggi in termini di tutele per i consumatori, vediamo perché.
Prestiti fra privati: è l'era del social lending
Innanzitutto si precisa che il social lending è un prestito tra privati che si fonda si basa sulla creazione di una vera e propria comunità nella quale coloro che richiedono un prestito e coloro che prestano il proprio denaro interagiscono direttamente tra loro, senza ricorrere ad intermediari. L'obiettivo principale è avere tassi più bassi per chi ottiene il prestito e interessi più alti per chi presta denaro.
L'esperienza di Smartika
La richiesta per ottenere il social lending si fa online e si ottiene subito una risposta, positiva o negativa, con tassi d'interesse ottenuti in base alla propria storia creditizia. "Il tasso migliore sta sotto al 6%, quello medio attorno al 9,5%, ma nella media siamo di circa 3 punti percentuali migliori rispetto alle offerte del mercato - spiega l'Amministratore delegato di Smartika, una delle poche società leadre nel panorama italiano che si occupa di social lending. "
Rischi del social lending? La scarsa sicurezza
Tuttavia il rischio maggiore per chi si affida al social lending è la poca sicurezza e la scarsa convenienza economica. I prestiti tra privati garantiscono infatti meno tutele, visto che non non deve essere necessariamente indicato il Taeg né consegnato il foglio informativo europeo (il cosiddetto Ebic,), elementi fondamentali per il confronto tra varie offerte. D'altra parte i prestatori non hanno neanche certezza che i soldi prestati ritornino indietro, visto che il prestito è fatto a persone che non si conosce, senza alcuna garanzia.