Abbandonate le solite motivazioni che fino a qualche anno fa, puntavano all'acquisto di un bene specifico, oggi le richieste di prestito personale, sono finalizzate quasi esclusivamente a ottenere denaro liquido, per far fronte non solo alle spese impreviste, ma soprattutto diventano una possibilità per arrivare alla fine del mese, gestendo i pagamenti in modo più sereno. Ridimensionati anche i tempi di rimborso, da qualche mese a questa parte, le soglie minime di restituzione arrivano a sfiorare i 72 mesi, rispetto ai precedenti 36 o 48.
In netto crollo, anche la domanda di prestito: negli ultimi 180 giorni, il calo è stato del -2%, attestandosi mediamente all'11%, a differenza del 13% dello scorso anno. I dati, che circolano nelle ultime settimane, oltre ad evidenziare, le ormai solite difficoltà che famiglie e imprese, hanno nell'ottenere un prestito (con tutti gli sviluppi negativi che si ripercuotono nell'economia reale), pongono l'accento sulla paura degli italiani nel contrastare le spese improvvise legate, a pieno titolo, all'inesauribile aumento della pressione fiscale e allo spauracchio della perdita del lavoro.
Ridipinto anche il profilo del richiedente: rispetto a qualche anno fa la fotografia di oggi traccia un profilo profondamente diverso. Si tratta di un cittadino con un'età media di quarant'anni, con uno stipendio di circa 1500 euro, che chiede cifre molto basse, solitamente non superiori a 5000 euro, da restituire in tempi notevolmente lunghi, quasi da sfiorare i 6 anni. Diversa la soluzione per chi chiede un finanziamento di 11500 euro, in questo caso la soglia di restituzione arriva fino a 120 mesi, mentre il 60% converge tra i 36 - 72, solo l'8% richiede una durata di 2 anni. Insomma, di fronte alle banche che concedono sempre meno prestiti, per gli italiani alle prese con i finanziamenti la parola d'ordine diventa la prudenza del rimborso.