Incoraggiare le idee imprenditoriali in rosa che spesso giacciono "dormienti", facilitando l'accesso al microcredito alle donne: questo l'obiettivo di "Riparti da te! Bella impresa essere donna", una nuova iniziativa promossa dal Ministero del Lavoro.
Si tratta di una campagna istituzionale la cui presentazione, avvenuta ieri a Palazzo Chigi alla presenza del ministro Enrico Giovannini, è stata in qualche modo offuscata dai recenti eclatanti avvenimenti in Parlamento e dalle ipotesi di crisi di governo incombente.
Ma il progetto è senza dubbio degno di attenzione: la campagna si pone l'obiettivo di far conoscere alle donne le modalità di accesso ai prestiti agevolati messi a disposizione per creare piccole imprese e dare impulso al lavoro femminile. Parallelamente, vuole sensibilizzare gli istituti erogatori di credito sulla questione "rosa".
Il progetto "Microcredito e donna", spiega l'Ente nazionale per il Microcredito (Enm), promotore dell'iniziativa, sul sito internet ufficiale, vuol essere uno strumento di aiuto per tutte le donne che intendono ripartire da sé creando una propria impresa, senza dover fornire garanzie personali alla banca, o chiedere aiuto alla famiglia, per esempio ad un genitore o al proprio marito o compagno.
Il microcredito può rappresentare una soluzione al problema dell'accesso al credito che, statisticamente, da sempre penalizza le donne più degli uomini: tassi d'interesse maggiori, importi accordati inferiori e soprattutto maggiore richiesta di garanzie.
Come funziona? Chi eroga microcredito non può richiedere garanzie personali. Per questo molte istituzioni, sia pubbliche che private, forniscono risorse, costituite in fondi di garanzia, da impiegare a copertura dei microfinanziamenti concessi. E' quello che fa, in questo caso, l'Enm, che realizza fondi di garanzia attraverso accordi con altre istituzioni e indirizza le aspiranti imprenditrici verso i canali adeguati per ottenere credito: i prestiti richiedibili arrivano fino all'importo massimo di 25 mila euro.