L'Italia sta prendendo spunto da Svizzera e Usa nel sostegno finanziario alle energie rinnovabili? Sembra di sì e lo dicono anche le statistiche.
Lo sostiene il rapporto di Assilea, l'Associazione che raggruppa gli operatori di leasing in Italia, secondo il quale dal 2000 al 2009 l'energia elettrica da fonti rinnovabili è cresciuta del 30% raggiungendo il 18,8% della produzione totale. L'incremento in particolare è stato di oltre due punti percentuali solo negli ultimi due anni.
Questi dati non hanno lasciato indifferenti gli istituti di credito della Penisola che sono scesi in prima fila per finanziare gli investimenti "verdi". La formula più utilizzata dalle banche per erogare prestiti alle aziende che operano nel settore delle energie rinnovabili è quella del leasing e il mercato è in forte espansione: nel 2009 il leasing ha finanziato circa un miliardo di euro in energie rinnovabili e nel 2010 la quota potrebbe raggiungere i tre miliardi di euro.
Le banche hanno predisposto da subito dei piani adeguatamente profilati a questo tipo di finanziamenti. È il caso, per esempio, di Unicredit che incentiva il settore idroelettrico già dagli anni Ottanta e nel 2007 ha inserito nel suo portafoglio EnergyLeasing, prodotto che nel 2009 ha finanziato circa 200 progetti di impianti fotovoltaici per un valore totale 250 milioni di euro; l'obiettivo per il prossimo anno è quello di superare i 500 milioni di euro.
Nel settore si muovono anche Intesa Sanpaolo con il prodotto Leasenergy e Ubi Banca con il finanziamento Full Power, che seguono le grandi, medie e le piccole imprese in ogni momento, dalle valutazioni tecniche alla predisposizione di un business plan.
Gli istituti bancari sono quindi sempre più orientati a finanziare le eco-imprese: una nuova coscienza che fa bene non solo all'ambiente ma anche all'economia perché il flusso di capitali messi in campo per finanziare queste attività "verdi" stimolerà anche un circolo virtuso di denaro.