La fiducia dei consumatori nel mese di marzo è tornata a scendere, facendo registrare il dato più negativo degli ultimi sei mesi. Il vento di ottimismo, che a febbraio ha portato a un incremento della fiducia degli italiani, ha già smesso di soffiare. Così, dai 3,9 punti del mese scorso, si è tornati a risultato di gennaio, in cui si erano registrati 3,4 punti. Questo è quanto emerge dalla rilevazione mensile dell'Osservatorio Findomestic, banca specializzata nell'erogazione di prestiti per privati e famiglie.
L'Osservatorio, che ogni mese rileva il grado di fiducia dei consumatori misurandola con una scala da 1 a 10 punti, in cui il 7 sarebbe la soglia minima positiva, mostra come il sentimento delle famiglie rispetto a un possibile evoluzione positiva della situazione economica e sociale del Paese sia in netta diminuzione, tornando ai valori dello scorso ottobre.
Questa regressione della fiducia si manifesta in particolare nelle regioni del Nord Ovest, seguono quelle del Centro, del Sud e delle Isole, mentre rimane più o meno invariata nelle zone del Nord Est. Guardando al titolo di studio, cresce il numero degli sfiduciati tra i diplomati.
In particolare l'Osservatorio Findomestic di marzo ha messo in evidenza come questo atteggiamento di sfiducia si rifletta negativamente sulla richiesta di finanziamenti. Il 69% del campione ha dichiarato di non aver chiesto né prestiti personali, né finalizzati alle banche l'11% ha affermato di averci prima pensato, ma poi rinunciato, mentre il 3% non l'ha nemmeno ottenuto. Il 15%, invece, ha ottenuto le somme richieste.
In generale questa contrazione della domanda è dovuta al fatto che si ha timore di non riuscir a far fronte alla spesa delle rate. Inoltre nove italiani su dieci ritengono che ottenere un prestito in questo momento sia molto difficile, per cui spesso si trovano a rinunciar anche a chiederlo. In particolare sono soprattutto i giovani (18-34 anni) a non rivolgersi più alle banche per finanziamenti (16%), anche perché in questi anni le richieste rifiutate sono raddoppiate.
Diminuisce anche la propensione al risparmio (10%, contro il 13% di febbraio), che si riflette negativamente sul mercato dei consumi. L'orientamento agli acquisti si mostra ancora piuttosto debole, come anche la richiesta di prestiti finalizzati (21%).