Non arrivano buone notizie dalla UE sui prestiti. Se prima già le difficoltà per privati e aziende erano notevoli, ottenere un prestito dalle banche con le nuove regole dell'Unione Europea, sembra proprio che diventi ancora più difficile.
Le decisioni di Basilea
La voce che circola maggiormente dopo le ultime decisioni prese a Basilea, sembra proprio quella che per gli istituti di credito diventa molto più facile investire in derivati, che non fare prestiti a imprese e famiglie.
La stessa Confindustria prevede un altro calo dei prestiti, nel 2014, per circa otto miliardi, una cifra impressionante. In base ai dati della Banca Centrale Europea, inoltre, il calo a novembre dei crediti è stato del 3,9% in Europa e del 5,9% in Italia, che di certo non brilla quanto a liberalità bancarie. Sempre in base alle stime di Confindustria, invece, negli ultimi due anni ben novantasei miliardi di finanziamenti sono andati in fumo, nel senso che non sono stati più erogati.
La sicumera dei banchieri
Per quest'anno è previsto un nuovo decremento ancora non esattamente quantificabile, ma è molto probabile che si aggirerà intorno agli otto miliardi. Il Presidente della Bce, Mario Draghi, ultimamente è stato prodigo di dichiarazioni e rassicurazioni, tuttavia al momento di fatti concreti se ne sono visti pochi, giacché tutte le misure previste al fine di allentare la stretta creditizia, sembrano essere ancora allo studio.
Da parte loro, i banchieri ostentano una sicumera al limite della provocazione quando affermano che acquistando più derivati diminuiscono il rischio di insolvenza e, quindi, le banche si predispongono meglio per riaprire i rubinetti del credito. I derivati sono, lo rammentiamo, quei titoli che stavano mandando fallito il Monte dei Paschi di Siena, e non solo.
La CGIA di Mestre
In buona sostanza le nuove regole di Basilea sono molto blande. Infatti, da una parte non aumentano la sicurezza complessiva del sistema bancario, dall'altra invece potrebbero avere risvolti negativi circa i finanziamenti all'economia, cosa di cui l'intera Europa, e segnatamente il nostro Paese, hanno al momento estremo bisogno.
A tal proposito Roberto Bortolussi, della CGIA di Mestre, commenta che "anche se hanno mille modi per aggirarle a loro piacimento, le banche continuano a farsi scudo dei regolamenti di Basilea per giustificare la continua riduzione dei crediti a famiglie e soprattutto imprese e la loro preferenza a investire in titoli di Stato o altri prodotti finanziari". E poi conclude amaro: "E' come lasciare libera la bestia e dire ai cittadini chiudetevi in casa e rafforzate porte e finestre".