Prestiti no grazie. Sembra questa l'opinione delle famiglie italiane in questo periodo di ristrettezze economiche e di crisi del credito. Ad agosto, secondo i dati periodici del Crif (Centrale Rischi Finanziari), è stato rilevato un calo dei prestiti equivalente al 4%, rispetto allo stesso mese del 2012.
Diminuzione della domanda soprattutto per i prestiti su lungo periodo, con grandi importi da rimborsare, a testimonianza della costante paura dei debiti da parte delle famiglie italiane. L'importo medio per un prestito richiesto in Italia, infatti, la metà delle volte non supera i 5.000 euro, anche se la media generale si attesta sui 7.517 euro (dati relativi ai primi 8 mesi del 2013).
Trend positivo solo per i prestiti con la formula della cessione del quinto di stipendio o pensione: un +3,3% che però non deve ingannare visto che lo scorso anno è stato nero per questo tipo di prestito. Proprio su questo tema è intervenuto a "Salvadanaio" di Radio24 Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin.
"La cessione del quinto ha effettivamente il segno più però bisogna considerare che l'anno scorso è stata la forma tecnica che ha fatto registrare la flessione più consistente, circa il 21% in meno, quindi si viene da un anno fortemente negativo. È un piccolo rimbalzo, giustificato anche dal fatto che nel 2012 sono state introdotte una serie di norme nuove, che probabilmente hanno anche condizionato il mercato: parlo ad esempio della nuova disciplina sugli agenti di attività finanziaria e sui mediatori creditizi. Va tenuto presente che la cessione del quinto, peraltro, è l'unica forma tecnica che viene erogata a quella categoria piuttosto numerosa che è rappresentata dai pensionati".
Insomma gli italiani sembrano sempre più indigesti ai debiti e chiedono sempre meno prestiti. La cessione del quinto però sembra tornare di moda per lavoratori e pensionati italiani che evidentemente lo considerano una forma di finanziamento sicuro, visto che la rata del rimborso può raggiungere al massimo il quinto dello stipendio.