Dai dati dell'osservatorio informativo EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF, emerge un quadro piuttosto nero per la domanda di prestiti da parte delle famiglie italiane nel mese di gennaio. Dalle informazioni relative ad oltre 78 milioni di posizioni creditizie, nel primo mese del 2012, si evidenzia un calo della domanda di entrambe le tipologie di credito destinate alle famiglie rispetto all'anno precedente. I prestiti personali hanno fatto registrare un -13%, mentre i prestiti finalizzati hanno riportato un calo ancora maggiore, con un -17%. Questi dati, per altro, arrivano a conferma di quelli diffusi qualche giorno fa da Bankitalia, che aveva individuato un'ulteriore frenata dei prestiti a famiglie e imprese all'inizio dell'anno.
Entrando più nel dettaglio dei dati Crif e guardando le classi di durata dei finanziamenti richiesti, si nota come la classe oltre i 5 anni sia quella che registra una crescita maggiore, rappresentando il 23% del totale. Segue la classe di prestiti (soprattutto finalizzati) compresi nella fascia tra i 2 e i 3 anni, che costituisce il 19% del totale.
Per quanto riguarda l'ammontare dei prestiti finalizzati richiesti, si conferma la tendenza agli importi più bassi (i prestiti inferiori a 5.000 euro sono il 68%). La media dell'importo mensile rimane sui valori di ottobre 2011, ma è ancora inferiore rispetto a quella del mese di gennaio 2011 (5.059 euro di gennaio 2012 contro i 5.076 euro a gennaio 2011).
Riguardo ai prestiti personali non si registrano grosse differenze rispetto al passato. Le fasce di importo tra i 5.000 e i 20.000 euro sono quelle con la più alta concentrazione di domanda, arrivando a superare il 59% del totale complessivo. Anche l'importo medio appare piuttosto stabile rispetto ai due mesi precedenti (circa 12.555 euro contro i 12.616 dello stesso mese del 2011).
Guardando, infine, l'età dei soggetti che richiedono prestiti, (sia personali che finalizzati), nel primo mese dell'anno, a richiedere finanziamenti sono state soprattutto persone tra dai 35 a 44 anni, (più del 26% del totale).