Prestiti o mutui troppo onerosi a fronte di entrate assenti? Allora si potranno non pagare. Questo il succo dell'accordo in via di definizione tra Abi e imprese. Una boccata di respiro per le PMI italiane, soffocate da uno stallo dei mercati a cui ha seguito (o esacerbato da) una contrazione significativa delle erogazioni di finanziamenti. Gli imprenditori italiani hanno bussato sempre più frequentemente alle porte degli istituti per reperire nuovi fondi, spesso aiutati anche dal web che permette di porre i prestiti esistenti sul mercato a confronto, riuscendo anche a strappare accordi convenienti. Al momento del saldo, però, la crisi che ha fagocitato interi frammenti di mercato, ha spesso impedito al debitore di tener fede all'impegno.
Prestiti e mutui sospesi per tre anni
Setacciare il web, comparare, informarsi su Findomestic e i suoi tassi, su quelli di Fiditalia, di Agos e degli altri istituti finisce col risultare vano se, al momento del saldo, vengono a mancare le risorse monetarie necessarie a sostenerlo. Così, la Legge di Stabilità ha delineato la possibilità di bloccare il pagamento del finanziamento nel triennio 2015-2017. Chi dovesse decidere di avvalersi di tale opzione, tuttavia, sarà chiamato a corrispondere ugualmente i tassi d'interesse previsti.
Provvedimento non ancora ufficiale
Sebbene già integrata all'interno della legge, la soluzione non è ancora ufficiale, anche se potrebbe diventarlo presto. Già lunedì potrebbe arrivare la fumata bianca, in seguito all'incontro tra Abi e associazioni di imprese e di consumatori. Non tutte le imprese potranno però giovare della sospensione
Stop alle PMI non in regola
Le aziende che vorranno chiedere la sospensione di prestiti o mutui dovranno rispettare alcuni parametri. È bloccato l'accesso a società che presentano posizioni debitorie pregresse che la banca classifica come "sofferenze, inadempienze probabili". Inoltre, specifica la legge, le PMI non devono presentare "esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni". L'ultima parola spetterà comunque all'istituto che ha concesso il finanziamento, il quale ha facoltà di accettare o rigettare la richiesta di sospensione.
"Accolgo con piacere il fatto che l'accordo sia vicino – ha dichiarato Francesco Cariello (M5S), principale promotore della norma – spero che i dettagli li conoscerò presto dal governo in una risposta all'interrogazione che ho già presentato. Vogliamo conoscere esattamente i contenuti dell'accordo per evitare che venga vincolata la possibilità di rilancio dell'economia legata alla norma. Era questo infatti il nostro primo obiettivo".