Nei contratti di prestiti e mutui, i tassi di interesse sono calcolati sulla base di due indici: il TAN e il TAEG, rispettivamente il Tasso Annuo Nominale e il Tasso Annuo Effettivo Globale. Entrambi devono essere specificati chiaramente e correttamente, soprattutto il secondo che rappresenta il costo totale che ti assumi per ripagare il credito che ti è stato concesso. Ma perché va indicato? E cosa devi fare se non lo trovi o se ritieni che sia scorretto?
Prestiti e mutui: perché il TAEG non viene indicato?
In molti casi, nei contratti di prestiti e mutui in cui manca il TAEG, è indicato esclusivamente il TAN. Questo indice stabilisce il tasso di interesse puro che viene applicato al finanziamento e indica l'interesse annuo, cioè la somma in più che devi versare alla banca alla fine dell'anno, in base alla somma che hai ricevuto.
Oppure, più spesso, accanto al TAN viene sì indicato anche il TAEG, ma non nella maniera corretta. Per capire questo concetto bisogna fare un passo indietro. Gli interessi sulla somma che hai ricevuto in prestito vengono calcolati ogni tre mesi. Su questa addizione interessi+capitale vengono aggiunti ulteriori interessi: questo processo si chiama capitalizzazione trimestrale degli interessi, e andrebbe calcolata nel TAEG.
In più, prestiti e mutui prevedono delle spese di vario tipo: da quelle per l'assicurazione sulla casa o sul credito, a quelle di incasso rata o quelle di istruttoria, etc. Tutti questi costi sono collegati al credito e vanno necessariamente calcolati e indicati nel TAEG.
Ecco, spesso può succedere che il TAEG non venga espresso correttamente perché non tiene conto di una o entrambe le procedure che abbiamo spiegato qui sopra. E questo è, per legge, profondamente sbagliato, poiché inganna il consumatore sulla convenienza di quel determinato prodotto creditizio.
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Cosa fare se il TAEG non è indicato e quali sono le conseguenze?
Se ti accorgi che sul tuo contratto di mutuo oppure di prestito non è indicato il TAEG oppure pensi che non sia stato calcolato correttamente, allora puoi legittimamente opporti alla richiesta di rimborso della banca. Puoi, infatti, contestare l'applicazione degli interessi cosiddetti ultralegali (ovvero superiori al tasso legale vigente), poiché senza l'indicazione del TAEG nel contratto manca anche un accordo tra le parti sul tasso effettivo applicato.
In questi casi, la banca subisce una sanzione alquanto pesante: gli interessi del tuo finanziamento vengono ricalcolati secondo il tasso dei BOT (Buoni Ordinari del Tesoro). Anche qui, vediamo di fare un passo indietro spiegando cosa sono i BOT.
I Buoni Ordinari del Tesoro sono titoli di credito, ovvero dei documenti che attestano un credito che può essere trasferito da un soggetto a un altro (come gli assegni, per fare un esempio). I BOT vengono emessi dal Ministero del Tesoro e sono titoli a breve termine che servono a finanziare il debito pubblico dello Stato (ovvero il debito che la Nazione ha nei confronti di banche e imprese). Acquistando i BOT, lo Stato è debitore nei tuo confronti per un periodo di breve scadenza: a tre, sei o dodici mesi.
Ritornando al discorso precedente, il ricalcolo degli interessi si basa sui tassi dei BOT emessi nei dodici mesi antecedenti alla firma del contratto oppure secondo il tasso minimo dei BOT in vigore durante il contratto di credito. La scelta si basa sul parametro più conveniente per il cliente. Inoltre, il contratto di finanziamento difettoso è da considerarsi nullo. In questo modo, le nuove condizioni applicate sono sicuramente molto più sfavorevoli alla banca rispetto a prima e viene, così, scongiurata la pratica di non esprimere il TAEG in maniera chiara e corretta.