Il perdurare della crisi, il crollo degli stipendi e l'aumento della disoccupazione stanno inferendo dei duri colpi al mercato dei prestiti, che fa registrare dei dati sempre più preoccupanti. Accanto al cosiddetto credit crunch, cioè la stretta dei rubinetti del credito da parte delle banche, negli ultimi mesi sta avendo un andamento molto negativo anche la dinamica della domanda di finanziamenti da parte delle famiglie.
La domanda di prestiti a febbraio, secondo i dati Crif, è crollata del 17% rispetto all'anno precedente, il dato peggiore degli ultimi anni. Nel 2011 la caduta è stata del 5%, nel 2010 del 3% e nel 2009 dell'8%. In questo quadro piuttosto grigio del mercato dei prestiti, il dato di febbraio rappresenta una conferma dell'aggravarsi della condizione economica delle famiglie italiane, nonché il sintomo di una crescente mancanza di fiducia verso il futuro.
Come sottolinea Crif (la centrale delle informazioni creditizie), "l'andamento delle richieste di credito rappresenta un indicatore di straordinaria importanza per valutare in tempo reale il livello di fiducia delle famiglie nei confronti del futuro e la loro propensione ad acquistare beni durevoli", per cui il -17% di febbraio rappresenta una caduta a doppia cifra non solo sul fronte dei prestiti, ma anche su quello delle aspettative degli italiani per i prossimi mesi. Il livello di fiducia all'inizio di quest'anno appare ai mini e questo si ripercuote in maniera pesante soprattutto sui consumi interni.
In assenza di certezze sul mercato del lavoro e quindi in mancanza di entrate certe, sono soprattutto i giovani a non poter spendere e quindi a non poter richiedere prestiti che finanzino i consumi. Inoltre sempre più spesso si assiste alla richiesta di prestiti di "consolidamento", somme di denaro che servono per finanziare i prestiti precedenti. Secondo gli analisti dell'Osservatorio Assofin-Crif Prometeia la situazione nei prossimi mesi è destinata addirittura a peggiorare. Nell'ultimo report si legge: "Le attese per il 2012 sono di un'ulteriore contrazione dei consumi e quindi la domanda di credito è attesa in ulteriore diminuzione". Per il 2013, invece, si prevede una "ripresa contenuta" grazie "al lento riattivarsi della spesa delle famiglie".