C'è gran bagarre sull'asse Roma-Londra per quel che riguarda i prestiti a breve termine delle banche italiane, che rischiano di non essere più garantiti attraverso il sistema della compensazione e garanzia nel caso peggiore, ovverosia quello del default. Tutto nasce in Italia dalla Cassa compensazione e, a Londra, dalla Lch (London Clearing House Limited and Clearnet). Quest'ultima, infatti, non sembra essere più disposta ad accollarsi il "rischio Italia" come rivelato dal Quotidiano "Repubblica".
Quello della City appare essere in tutto e per tutto uno sgambetto ai danni del sistema bancario italiano che, definito sempre come solido, ha comunque dovuto far fronte ai problemi del Gruppo MPS, Monte dei Paschi d Siena, e recentemente anche a quelli di Banca Marche dopo che la Banca d'Italia è intervenuta mettendo l'Istituto in gestione provvisoria.
Siamo lontani dalla crisi dei subprime e dall'effetto domino legato ai cosiddetti titoli tossici, ma la decisione della Lch, alleata da dieci anni con la Cassa compensazione italiana, non è di certo piaciuta alla Banca d'Italia visto che, se lo strappo non sarà ricucito, gli istituti di credito italiani per finanziari a breve termine si ritroveranno a foraggiare la City.
Ne consegue che per le banche italiane quello dei prestiti resta un problema a 360 gradi visto che da un lato ci sono i clienti che spesso fanno fatica a saldare le rate, e dall'altro fare provvista sta diventando sempre più un problema. E questo nonostante le pressioni affinché il sistema creditizio italiano possa rimuovere restrizioni e vincoli che rendono difficili le stipule di mutui e finanziamenti da parte delle famiglie e delle imprese.