E' recentemente partita dal CRTCU (Centro di Ricerca e di Tutela dei Consumatori e degli Utenti di Trento) la richiesta di un intervento dell'Antitrust perché vigili sulle pratiche poco trasparenti del recupero crediti, che stanno andando palesemente contro i diritti dei consumatori.
L'associazione non lancia l'allarme solo per il Trentino ma anche per il resto d'Italia, dato che questo è un problema che è stato riscontrato su scala nazionale. Sono stati 200 i consumatori preoccupati per le pratiche estremamente aggressive del recupero crediti che hanno riscontrato su prestiti personali, abbonamenti del telefono e forniture di energia.
I casi che più hanno insospettito il CRCTU sono stati l'invio continuo di bollette telefoniche, nonostante la disdetta, all'utente. Carlo Biasor, direttore dell'associazione trentina, ha dichiarato che "spesso queste società non hanno il mandato conferito dal creditore o i titoli (contratti) su cui si fonda il credito, o non entrano nel merito delle controversie, con impossibilità di far valere le ragioni dei consumatori".
Tra i 200 consumatori che hanno contattato il CRTCU per le pratiche aggressive del recupero crediti c'è chi ha ricevuto numerose telefonate dalla società perché si onorasse al pagamento, minacce di intraprendere azioni legali, visite al proprio domicilio da incaricati della società di recupero crediti. Alcuni consumatori hanno anche ricevuto falsi atti di citazione.
Da circa tre anni, per risolvere in maniera stragiudiziale le controversie tra banche, consumatori e intermediari che riguardano operazioni e servizi bancari e finanziari di valore non superiore ai 100 mila euro, ci si può rivolgere all'Arbitro Bancario Finanziario. Le sue decisioni non sono vincolanti come quelle del giudice ma gli intermediari rispettano ugualmente la loro decisione in quanto la loro inadempienza verrebbe resa pubblica.