Crolla il numero dei prestiti concessi alle imprese italiane, con un calo del 4.2% pari a -36 miliardi in soli cinque anni. La contrazione del mercato è legata alle procedure di valutazione più severe delle banche e al generale senso d'incertezza percepito dalle imprese e dai risparmiatori italiani. Oltre al calo delle domande, cambiano anche le soluzioni adottate che sembrano privilegiare formule a breve e medio termine e dagli importi contenuti. In questi casi anche la scelta delle condizioni proposte si rivela determinante, per questo mettere prestiti proposti dal mercato a confronto, può essere un buon modo per fare la scelta giusta.
Tra le varie soluzioni da valutare sarebbe opportuno considerare anche quelle del web. In questi casi, informandosi sui prestiti online e le condizioni proposte, potrebbe succedere di individuare delle formule alternative e più vicine alle proprie esigenze di risparmio. Infatti la convenienza e la praticità sembrano essere gli aspetti più apprezzati da chi adotta questo tipo di soluzioni.
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Prestiti alle imprese: nuova crisi?
Secondo i dati diffusi da Unimpresa, basati sull'ultimo bollettino di Bankitalia, il numero dei prestiti concessi alle aziende italiane avrebbe subito un netto calo nel corso degli ultimi cinque anni. Monitorando l'andamento del mercato dal 2010 al 2015 emerge non solo un costante calo delle domande ma anche una forte contrazione dei finanziamenti erogati dalle banche e dagli istituti di credito, diventati molto più attenti ed esigenti nella valutazione delle richieste.
Se quindi da una parte le banche e gli istituti di credito italiano si mostrano molto più scrupolosi nelle procedure di valutazione, dall'altra i risparmiatori e le imprese sembrano privilegiare delle soluzioni più modeste in termini di durata e importi, per evitare di avere problemi nel pagamento delle rate. Tutto questo si traduce in un calo del -4%, con un calo complessivo di 36 miliardi, passando da 845 a 809 miliardi di euro.
La situazione delle imprese
La crisi del mercato colpisce tutte le tipologie di durata prescelte. Secondo i dati, i prestiti a breve termine sono scesi del -5.28%, circa -16.7 miliardi; quelli a media scadenza del -7,49%, circa 10.7 miliardi e quelli a lungo periodo del -2.26% equivalenti a 8.7 miliardi. Il fenomeno colpisce sia le imprese familiari sia quelle non finanziarie, che sembrano essere particolarmente in difficoltà nel rispettare le scadenze concordate, con una crescita del +223,54, da 41,7 miliardi a 134,9 miliardi.
Secondo il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, per invertire questa tendenza occorre modificare le logiche alla base dei rapporti tra banche ed imprese. "Le eventuali fusioni e aggregazioni non dovranno essere mosse o condizionate da interessi e giochi di potere, ma dovranno essere finalizzate a razionalizzare i costi e a rendere più efficiente l'industria del credito".