I nuovi dati relativi ai prestiti alle imprese e alle famiglie parlano chiaro: le banche preferiscono investire nei titoli di stato. Tra marzo 2012 e marzo 2013, comunica la Banca d'Italia, i prestiti sono calati di 29 miliardi di euro nei confronti delle imprese e di 9 miliardi di euro nei confronti delle famiglie. I portafogli delle banche con questa nuova strategia sono passati da 290 a 362 miliardi.
I nuovi dati diffusi dalla Banca d'Italia riguardanti i prestiti alle imprese e alle famiglie da parte dei vari istituti italiani conferma ciò che empiricamente già si era registrato, ovvero un importante calo nelle somme erogate. Naturalmente esperti e analisti sono ora impegnati nel commentare e nell'interpretare la bontà o meno della strategia operata dagli istituti. Le banche italiane da marzo 2012 a marzo 2013 hanno acquistato molti più bot e btp, per un aumento di circa 72 miliardi di euro.
Tale strategia non può che essere collegata al relativo ma importante calo di tensione in merito alla situazione economica del nostro paese. Gli istituti hanno sostenuto le aste del tesoro in un impegno che le ha viste affiancate a fondi e assicurazioni sia del nostro paese che retail. Le associazioni degli imprenditori rimarcano la scelta operata dalle banche come sicura e precisa: la decisione di puntare sui titoli di stato anziché sui prestiti va letta come una scelta orientata a investimenti senza rischio.
Ma il calo dei prestiti alle imprese e alle famiglie ha ovviamente anche effetti sull'economia reale: la difficoltà per un'ampia parte dei cittadini di ottenerli è nota, e per quanto riguarda le aziende al momento si è nel pieno di un circolo per cui, data la difficoltà nell'ottenere prestiti, le stesse imprese si stanno allontanando dagli sportelli, ormai sconfortate. Ci si domanda quindi, quando è possibile prevedere un ritorno all'investimento sui prestiti?