L'instabilità economica dovuta alla crisi è ancora in agguato e sempre più imprese e famiglie italiane ricorrono ai prestiti offerti dalle banche per far fronte alle spese più grosse. Le banche, dalla loro, concedono con difficoltà il credito e capire come funziona la cessione del quinto aiuterebbe molti lavoratori ad avere maggiori tutele nel richiederlo.
Per altri, invece, e per chi non può sfruttare questo strumento perché non è un lavoratore dipendente, confrontare le offerte di Findomestic con quelle di Compass e delle altre finanziarie, potrebbe rivelarsi una strategia molto utile per trovare l'offerta migliore.
Secondo l'ultimo rapporto mensile sul credito del Centro studi di Unimpresa, però, pare che i prestiti alle imprese e alle famiglie stiano subendo una forte contrazione: nell'ultimo anno, questo calo è stato pari a 38 miliardi di euro. Allo stesso tempo, si è registrato un aumento della sofferenza bancaria, ovvero dei prestiti non rimborsati, che è salita a quota 162 miliardi di euro.
Nel dettaglio, questa riduzione ha interessato sia le famiglie (con un calo di 7,3 miliardi) che le imprese (con un calo di 30,5 miliardi di euro) ma in tutti e due i settori, le difficoltà nella restituzione sono state molto alte: le sofferenze bancarie, infatti, sono cresciute dal 2013 al 2014 passando da 127,6 miliardi a 162,03, suddivise tra famiglie (31,6 miliardi) e imprese (114,2 miliardi).
Complessivamente, le erogazioni sono scese del 2,57% a fronte della crescita del 26,93% delle sofferenze bancarie: il quadro, oltretutto, è grave sia per quanto riguarda le imprese che per le famiglie.
Le prime hanno visto ridurre i finanziamenti di tutte le tipologie, i secondi hanno visto alzarsi una barriera di fronte alla richiesta di mutui per l'acquisto della casa: la stretta creditizia ha contribuito allo stallo del mercato immobiliare che adesso pare essere in ripresa, ma ciò sta avvenendo molto lentamente.
La speranza, però, è l'ultima a morire e a dimostrarlo è la fiduciosa dichiarazione del presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi sulla questione: "Il dato positivo sui prestiti a lungo termine è segnale di speranza [..] Vogliamo avere un po' di fiducia. I dati sono ancora una volta negativi tranne quello sui prestiti a lungo termine per i quali è stato registrato un incremento, seppur lieve, che deve rappresentare un segnale di speranza."
"Ovviamente - ha continuato Logobardi- questi 2 miliardi di euro in più erogati in un anno dalle banche non bastano perché sono una goccia rispetto al credit crunch con cui devono fare i conti le piccole e medie imprese italiane. Gli istituti di credito da soli non ce la possono fare a cambiare radicalmente il mercato dei finanziamenti e per ciò ribadiamo l'assoluta necessità di un intervento del governo volto ad assicurare garanzie statali alle aziende".