Le banche italiane a serrano le proprie casseforti, ottenere un prestito risulta sempre più difficoltoso sia per le aziende che per le famiglie, mentre i tassi d'interesse continuano a salire. È quanto emerso dagli studi pubblicati sia dalla Confcommercio e sia dalla Banca d'Italia, prendendo in esame i comportamenti delle banche in relazione alla concessione di prestiti online e nelle sedi ufficiali. Una piaga che paralizza l'economia, rallenta o addirittura ostacola la crescita delle aziende. Resta in piedi l'ancora di salvezza del web, che supporta il cittadino nel confronto fra prestiti online e lo guida sulle varie modalità di richiesta di un finanziamento.
Il primo campanello d'allarme dell'anno è stato fatto scattare dall'Osservatorio sul Credito di Confcommercio, che aveva pubblicato i dati riguardanti la concessione dei prestiti dalle banche in favore di famiglie e privati. Le richieste di finanziamento accolte da diversi istituti bancari sono pari al 26,9%, il 3,3% in meno rispetto al primo trimestre dell'anno. La Banca d'Italia ha confermato il trend: a luglio di quest'anno è stato registrato un calo del 3,3% dei prestiti concessi ai privati rispetto allo stesso periodo del 2013, che si va a sommare all'ulteriore decremento del 3% registrato a giugno. Individuare il finanziamento con la rata più bassa resta la cosa giusta da fare, affidarsi alla rete permette di individuare quei pochi canali che consentono alla domanda di finanziamento di trovare accoglimento.
E se la ricerca dovesse rivelarsi, finalmente, fruttuosa, occorre fare i conti con tassi d'interesse sempre più alti. Da giugno a luglio si registra un +0,06% per i mutui finalizzati all'acquisto di case e +0,3 per prestiti pari o inferiori al milione di euro.
Come se non bastasse, si aggiunge un malcostume che riguarda ormai circa i quattro quinti delle banche italiane, quello di imporre l'apertura di un conto corrente a chi accede in banca per richiedere l'accensione di un mutuo. Un atteggiamento che rende obbligatorio l'intervento dell'Antitrust, come se non ci fossero già abbastanza gatte da pelare.