Più prestiti a imprese e famiglie, per rilanciare l'economia reale: questo è lo scopo principale con cui è stato messo in atto il Quantitative Easing. I primi a fare le spese della crisi economica sono stati appunto famiglie e aziende, che hanno visto ridursi drasticamente il credito concesso loro. Si è instaurato così un circolo vizioso: i privati non hanno liquidità per investire e far ripartire l'economia, ma le banche non possono (o non vogliono?) concedere loro prestiti. I criteri di valutazione per la concessione di credito sono diventati infatti sempre più restrittivi, al punto che moltissime persone si vedono negare la liquidità di cui avrebbero bisogno perché non presentano una situazione economica sufficientemente affidabile secondo gli standard di finanziarie e istituti di credito.
Quantitative Easing: che benefici doveva portare?
Per far fronte a questa situazione, lo scorso marzo il Presidente della Banca Centrale Europea (BCE) Mario Draghi ha dato il via ad un'operazione di Quantitative Easing, o Alleggerimento Quantitativo. In sostanza, la BCE ha immesso nuova liquidità nei mercati europei attraverso l'acquisto di titoli di stato al ritmo di 60 miliardi di euro al mese. Consentendo alle banche di accedere quindi a liquidità a bassissimo prezzo, l'idea era quella di rafforzare l'erogazione di credito e, di pari passo, i consumi.
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Prestiti a imprese e famiglie: nuove misure al vaglio della BCE
Giovedì prossimo (3 dicembre) si terrà una nuova riunione della BCE, durante la quale verranno discusse nuove strategie per favorire la ripresa. Innanzitutto si valuterà un rafforzamento del Quantitative Easing, che non sta dando i risultati sperati. Dall'estate scorsa, infatti, la timida ripresa che avevamo intravisto ha iniziato a perdere vigore, con un Pil del terzo trimestre 2015 cresciuto solo dello 0,3%. "Il Qe è uno strumento potente e flessibile e può essere regolato in termini di dimensioni, composizione o durata per ottenere una posizione più espansiva", ha spiegato Mario Draghi.
Tra le nuove strategie per favorire l'erogazione di credito e la ripresa dei consumi si vocifera anche di un possibile innalzamento dei tassi dei depositi. Questo dovrebbe quindi sfavorire le banche che scelgono di "parcheggiare" liquidità presso la BCE, spingendole piuttosto a utilizzare tali some per concedere prestiti a imprese e famiglie.
Non resta dunque che attendere la fine di questa settimana per conoscere nel dettaglio le decisioni della Banca Centrale Europea su come gestire questa ripresa che stenta davvero a decollare. Noi di SuperMoney torneremo senz'altro sull'argomento per raccontarvi gli ultimi sviluppi.