Nel periodo compreso tra dicembre 2011 e febbraio 2012 i finanziamenti alle imprese sono diminuiti di oltre 16 miliardi di euro e le famiglie che non hanno le garanzie sufficienti per ottenere dei prestiti rappresentano il 18% del totale. Questo è il quadro della situazione del credito italiano presentato ieri mattina dal Censis nello studio "Crisi di sistema e microcredito in Italia», promosso dall'Ente nazionale per il microcredito".
La difficoltà di ottenere prestiti e finanziamenti si traduce in un aumento della disoccupazione e in una diminuzione degli investimenti. Per quanto riguarda le imprese, è stato sottolineato che, tra il 2007 e il 2011, il numero delle procedure fallimentari per le aziende è raddoppiato, superando gli 11mila casi, mentre gli investimenti produttivi sono scesi di più del 6% nei primi mesi del 2012 rispetto al 2011.
Il numero delle famiglie che non riescono a ottenere prestiti, dall'altra parte, costituisce "una platea ampia di soggetti - sottolinea il Censis - che in gran parte possono accedere a interventi di microcredito e per i quali l'opportunità di un nuovo lavoro rappresenta la possibilità di un riscatto sociale e morale". Per questo motivo lo studio si pone in difesa dell'Ente nazionale per il microcredito, eliminato dal secondo decreto sulla spending review entro 30 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento.
L'Ente, come ha sottolineato lo studio, ha operato con una dotazione di 1,8 milioni di euro, soldi "più che triplicati nell'ultimo anno grazie all'acquisizione di fondi comunitari" per la realizzazione di progetti di diffusione del microcredito e di azioni a sostegno delle fasce disagiate della popolazione che non hanno accesso al credito ordinario.
Per questo, come ha affermato Mario Baccini, presidente dell'Ente nazionale per il microcredito: "Per molte persone che hanno perso il lavoro e vogliono avviare un'attività imprenditoriale, ma sono prive di garanzie da prestare a un istituto bancario, il microcredito rappresenta una vera opportunità"