Oltre 9.000 sono le frodi creditizie registrate in Italia nel primo semestre dell'anno, un fenomeno che diventa sempre più frequente, nonostante la crisi economica abbia determinato il calo del credito richiesto ed erogato dalle famiglie italiane. Attraverso il furto dell'identità e l'utilizzo di dati personali e finanziari non autorizzato, il truffatore agisce per acquistare beni oppure ottenere un credito, con l'intenzione di non rimborsare il finanziamento e, di conseguenza, non pagare l'oggetto acquistato.
Il fenomeno in Italia assume dimensioni sempre maggiori, come emerge dall'indagine condotta dal Crif, società indipendente specializzata nei sistemi d'informazioni creditizie e di business information, nell'ambito della nuova edizione dell'Osservatorio sulle frodi creditizie. Lo studio evidenzia, che nei primi sei mesi del 2012, il rapporto tra il numero di frodi e di linee di credito erogate è cresciuto del 17,9%, rispetto al 2011.
I più colpiti sono i prestiti finalizzati, con un'incidenza dell'82,4% sul totale dei casi, il 5,4% in più rispetto al 2011, mentre registrano un calo (-35% rispetto al 2011) i casi legati alle carte di credito a saldo. Crescono (+45,4%), invece, le frodi di importo inferiore ai 1.500 euro e a preoccupare è soprattutto l'aumento delle vittime, che si concentra tra i 18 e 30 anni.
Per il truffatore è molto semplice accedere alle informazioni personali e riservate, attraverso documenti cartacei o in formato digitale, certi di non incorrere in rischi e sanzioni particolarmente severe. A questo si aggiunge la difficoltà degli istituti di credito nel verificare la corrispondenza dei dati, ma è in particolare la scarsa conoscenza del problema che comporta difficoltà di tutela. Per quanto riguarda le regioni, il fenomeno è più diffuso in Campania, Lombardia, Sicilia e Lazio seguita da Puglia e Basilicata.