Per il sistema delle banche in Italia, la serie di azioni e iniziative rivolte il più delle volte a sfruttare il rischio default del nostro paese, è diventata una prassi da codice deontologico, non solo perché più remunerativo, ma soprattutto perché il rischio di perdita è pari a zero, grazie alle garanzie fornite dalla BCE.
Analizzando il sistema dei prestiti, i numeri parlano chiaro, il quadro generale è molto negativo: gli istituti aprono e chiudono i rubinetti secondo un loro schema ben preciso e consolidato, spostando radicalmente il vecchio asse Banca - Impresa - Famiglia alle speculazioni sui titoli di stato, giocando sporco soprattutto in casa propria, grazie all'intervento del governo tecnico e dagli accordi sottobanco dei banchieri dell'eurozona che gli ha costruito un nuovo modo di produrre ricchezza a danno dell'economia reale.
Ottenere credito, è diventata un'impresa assai ardua, l'inasprimento delle condizioni generali per richiedere un prestito, accompagnato dalle clausole vessatorie contrarie, fa sì, ché il fallimento della pratica, inizi già dalla fase istruttoria.
E per chi è più fortunato, non rimane altro che fare i conti con tassi molto onerosi e tempi di durata in (termini di rimborso), ridotti, con la conseguenza inevitabile della crescita della rata.
Il denominatore comune di chi riesce ad accedere al credito, diventa: tempo di restituzione del capitale dimezzato o quasi, condizioni onerose e tassi elevati, con l'evidente risultato che le banche guadagnano in modo non del tutto lecito ma autorizzato dallo stato è l'economia reale sprofonda nel dissesto sistemico.