Prosegue la discesa dei prestiti accordati dalle banche alle imprese e alle famiglie italiane. Gli ultimi dati pubblicati dalla Banca d'Italia parlano chiaro: per quanto riguarda le famiglie, ad agosto il tasso di crescita dei prestiti scende allo 0,4% rispetto allo 0,6% di luglio. Va ancora peggio alle imprese, per le quali il tasso diminuisce dell'1% su luglio e dell'1,9% su base annua.
Una situazione che preoccupa tutte le maggiori associazioni dei consumatori, in primis il Codacons che lancia l'allarme: "i prestiti alle famiglie sono ormai in caduta libera, una discesa ininterrotta se si pensa che nell'agosto 2001 il tasso di crescita era del 4,7% su base annua e da allora non c'è stato mese in cui non si sia verificato un calo". "Le famiglie e le imprese - prosegue l'organismo - sono insomma ormai sull'orlo del fallimento ma le banche continuano a non fare il loro mestiere, che è quello di fare prestiti e far circolare la moneta".
In pratica il denaro prestato alle banche dalla Bce, che ammonta a 116 miliardi a dicembre e 139 miliardi a febbraio al tasso dell'1%, è stato impiegato interamente nell'acquisto di Bot. "Le banche - è la denuncia del Codacons - preferiscono guadagnare gli alti interessi sui titoli di Stato, che ovviamente paghiamo noi italiani con le varie manovre, piuttosto che concedere prestiti ad imprese e famiglie. Per l'associazione dei consumatori tutto questo è possibile per la mancanza di concorrenza nel settore e l'impossibilità effettiva del consumatore in difficoltà di poter cambiare banca. Per questo il Governo dovrebbe intervenire con misure di liberalizzazione, cominciando ad eliminare balzelli assurdi come la commissione di istruttoria veloce e la commissione disponibilità fondi".
Sullo scottante argomento interviene anche la Cna (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa): "Il crollo dei prestiti a imprese e famiglie, misurato dalla Banca d'Italia, non lascia più dubbi: la cura del rigore estremo non permette al Paese di rialzarsi - dichiara il segretario generale Sergio Silvestrini - dal 2007 ad oggi, in termini reali, il credito erogato dalle banche è rimasto invariato e costantemente al di sotto delle necessità. Nessun paese industriale può reggere un periodo così prolungato di asfissia creditizia. abbiamo bisogno della riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese."Tagliare la spesa pubblica si può e si deve. Ogni giorno emerge un quadro sistematico di sperpero di risorse che impoverisce i cittadini.