Le imprese italiane non hanno solo difficoltà a chiedere ed ottenere prestiti dalle banche, ma con la crisi hanno perso anche competitività. Con la conseguenza che l'Italia nel complesso è diventato un Paese meno attraente agli occhi degli investitori esteri.
Non a caso, su un totale di 185 Paesi del mondo analizzati dalla Banca Mondiale con un rapporto sull'attrazione di investimenti esteri, l'Italia è solo al 73esimo posto. Insomma, siamo una potenza industriale sempre più inespressa con gli investitori esteri che sul territorio mettono sul piatto sempre meno risorse per fare business.
Ecco perché il Governo attualmente in carica non deve solo limitarsi a sbloccare i debiti della Pubblica Amministrazione, ma deve anche in qualche modo liberare il settore da regole e norme che soffocano la vocazione e lo spirito imprenditoriale. In merito a Palazzo Chigi c'è movimento con il Governo che punta ad agire su un nuovo pacchetto di semplificazioni e di liberalizzazioni dopo quelle messe a punto ed approvate dall'Esecutivo Monti.
In particolare, l'Esecutivo Letta ha in animo di liberare il terziario dai vincoli rigidi legati ai contratti di affitto di negozi ed uffici. Sarebbe infatti importante di questi tempi che per le locazioni dei negozi non valesse più la cosiddetta regola del 7+7, parliamo di anni chiaramente, e che il settore del commercio fosse meno stretto nella morsa non solo del fisco, ma anche delle procedure burocratiche che spesso portano alla rinuncia ad investire in un Paese che invece ha tanto bisogno di ritrovare ottimismo e fiducia.