Il quantitative easing avrebbe dovuto segnare una nuova fase per il settore creditizio, favorendo la ripresa di mutui e prestiti attraverso nuove iniezioni di liquidità nelle casse delle banche. La soluzione, fortemente voluta e sostenuta da Mario Draghi, ad oggi si rivela ancora un buco nell'acqua. Negli ultimi mesi i consumatori hanno ricominciato a dimostrare fiducia nell'economia, restituendo vigore – seppure in modo blando – alla domanda di finanziamenti. I cittadini pongono i prestiti presenti sul mercato a confronto e riducono la propensione al risparmio. Il tutto, però, secondo ritmi e volumi ben lontani dalle aspettative di Bruxelles.
Al secondo mese di quantitative easing ancora calma piatta
Ad aprile il quantitative easing è entrato nel suo secondo mese di attività. Dopo un primo mese in cui gli effetti riscontrati dalle nuove politiche economiche europee si erano rivelati al di sotto delle attese, anche ad aprile non sono giunti i riscontri sperati. I cittadini usano il web per informarsi su Findomestic e i suoi servizi, su Fiditalia, Agos, ecc., valutano le opportunità del settore, ponderano ma poi non cambia nulla, o quasi.
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Secondo quanto rivelato dalla Bce, anche ad aprile l'erogazione di mutui e prestiti non ha registrato alcun significativo miglioramento. Per ciò che riguarda i prestiti ai privati, la variazione su base annua è stata nulla, attestandosi su un emblematico +0,0%. I finanziamenti alle imprese restano in negativo, anche se fanno segnare un'abbassamento della contrazione: il -0,4% di aprile, infatti, segue il -0,6% attestato nel primo mese di quantitative easing.
Male anche il comparto mutui, il quale segna persino un peggioramento. Il +0,1% delle erogazioni sui finanziamenti per l'acquisto della prima casa, infatti, seguono al +0,2% su base annua registrato a marzo, dimostrando una lieve flessione del trend nell'arco dell'ultimo mese.
Bene solo la massa monetaria
Unico dato davvero positivo è quello relativo alla massa monetaria M3, che ad aprile ha segnato una crescita superiore a quella di marzo e migliore anche delle aspettative: considerando la moneta circolante nei 19 Paesi dell'Eurozona, infatti, il volume della liquidità presente nei circuiti bancari è aumentata del 5,3%, contro una crescita prevista stimata intorno al 4,9% e meglio anche del +4,6% del mese di marzo.
Risultati deludenti
Sebbene nel primo mese di quantitative easing le erogazioni non avessero fatto segnare la ripresa auspicata, a marzo per la prima volta dopo circa tre anni i prestiti ai privati erano tornati in positivo. Aprile era il mese in cui ci si attendeva una riprova che non è giunta, dato che il trend positivo del settore è durato appena trenta giorni. Resta da valutare se i risultati raggiunti siano fisiologici o se, invece, ci si debba già chiedere quanto sia efficace la politica di Quantitative Easing varata dalla Banca Centrale Europea.