La relazione sui diritti globali "Il mondo al tempo dell'Austerity" traccia una linea di demarcazione netta tra la precarietà e la miseria cui versa il 40% della popolazione europea, dalla quale difficilmente nel medio periodo si potrà trovare una via di fuga dopo l'attuazione del tanto osannato surrealismo finanziario che ha prodotto una misantropia economica denominata default.
La cura chemioterapica a base d'austerity, incidendo in maniera narcotica sull'economia reale, descrive una profonda ferita sul potere d'acquisto delle famiglie impossibilitate ormai a far fronte alle spese per i generi di prima necessità, perché ridotte sotto la soglia della sopravvivenza (l'Europa si trova in coma farmacologico).
Un quarto della popolazione non può permettersi visite mediche, non paga le bollette per il fabbisogno famigliare (luce, acqua e gas), e per nutrirsi si rivolge ai centri Caritas (il rilevante calo dei consumi, ridotto ai minimi storici, ne è la prova certa).
In Europa, oltre alla disoccupazione, cresce la precarietà lavorativa, iniquamente ribattezzata con il termine "flessibilità", ma non va meglio su fronte pensioni, il 31% dei diversamente giovani, vive con un reddito mensile inferiore a 1000 euro, e solo il 23% percepisce un'indennità superiore a 1500.
In sostanza circa 9 milioni di anziani non arrivano alla seconda settimana del mese e se usiamo la formula celebre "gli ultimi saranno i primi", con l'austerity gli ultimi saranno i primi a morire.
Se piangono i lavoratori, non ridono di certo i "padroni", ovvero gli imprenditori, piccoli e medie, che si vedono sempre più messi a margine dell'economia, con la difficoltà di accedere a prestiti e finanziamenti.
Di diverso aspetto, molti paesi che stavano peggio di noi: Uruguay, Brasile e Indonesia "hanno consolidato e ampliato occupazione e qualità del lavoro grazie a politiche di sviluppo", adesso soprannominate economie del futuro, lo stesso ha fatto l'America, finanziando politiche per la crescita e riducendo la disoccupazione, arrivando nel primo trimestre 2013 a un +2,5% del Pil.
In sintesi: l'austerità ci ha portato sull'orlo del precipizio, facendoci scivolare nel baratro, dai meccanismi perversi, imposti dalla Germania con la partecipazione straordinaria della BCE, dove i potenti, hanno deciso di quale pena, devono morire i cittadini Europei.
I dati parlano chiaro, solo in Italia negli ultimi 12 mesi, si sono tolte la vita 125 persone, per cause legate direttamente al peggioramento delle proprie condizioni economiche.
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