Fondo di Garanzia in pole position per supportare le imprese. E' questa la fotografica scattata da Banca d'Italia che nel Bollettino Economico numero 4 del 2015 pubblicato nel mese di ottobre sottolinea che il Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese - fornendo garanzie sui prestiti concessi dalle banche - ha rappresentato il principale strumento pubblico a sostegno delle aziende negli ultimi anni.
Nel 2015 infatti sono state 43.000 le micro imprese che hanno beneficiato delle tipologie di finanziamento garantite dal Fondo. La garanzia dello Stato nei confronti delle piccole e medie imprese infatti aumenta anno dopo anno, insieme alla dotazione dei fondi messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo: nel range di tempo che va dall'inizio del 2009 al settembre 2015 sono stati garantiti nuovi prestiti per circa 65 miliardi di euro contro gli 11 del periodo 2000-2008.
La crescita dei prestiti garantiti dal Fondo
Secondo quanto messo nero su bianco dalla Banca d'Italia, la crescita dei prestiti garantiti dal Fondo ha beneficiato anche del progressivo rafforzamento della sua operatività dal 2009. I cambiamenti hanno interessato una serie di elementi tra cui l'aumento della dotazione patrimoniale; l'ampliamento della platea dei potenziali beneficiari; l'allentamento dei criteri di ammissibilità; il riconoscimento della garanzia di ultima istanza dello Stato, che consente alle banche di azzerare l'assorbimento di patrimonio della quota dei prestiti coperta dal Fondo. Da ultimo è stato reso possibile il rilascio della garanzia pubblica a favore di portafogli di prestiti e di obbligazioni emesse da PMI non quotate, i cosiddetti minibond.
DA LEGGERE: Prestiti alle imprese finalmente in crescita
Il Fondo di Garanzia spinge al rialzo i volumi di credito
Da un'analisi condotta su un campione di imprese che tra il 2005 e il 2010 hanno ottenuto una garanzia, è emerso che l'intervento del fondo ha avuto un impatto positivo sui volumi di credito e che i maggiori prestiti ottenuti sono stati utilizzati prevalentemente per finanziare il capitale circolante. Fa da contraltare l'impatto sugli investimenti che si è attestato attorno alla parità in quanto durante la recessione la domanda di credito da parte delle imprese è stata determinata più dall'esigenza di fronteggiare tensioni di liquidità che dalla necessità di finanziare progetti di crescita.