Crisi finanziaria, il momento più difficile per le imprese. Molto difficile trovare prestiti dalle banche e anche quando si trovano risulta difficile pagare i debiti. La priorità è abbassare le tasse sul lavoro. Lo dicono tutti, ma finora pochi provvedimenti concreti.
Dal convegno di S. Margherita Ligure giunge un allarme generale che equivale a un'accusa e a un ultimatum al governo Pd-Pdl. Il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, Jacopo Morelli ha dichiarato che: "La priorità è la tassazione sul lavoro che praticamente è a livelli impossibili per chi deve svolgere il mestiere di imprenditore".
Nell'intervento d'apertura, al convegno annuale, Morelli ha sottolineato come ci troviamo in un periodo: "senza prospettive per il futuro dove l'unica chance diventa la rivolta degli scontenti. Le istituzioni democratiche contestate possono arrivare a dissolversi, quando non riescono a dare risposte concrete ai bisogni economici e sociali".
Chi ha la responsabilità di Governo, ha proseguito Morelli, "non è chiamato a ripetere quello che già si fa o a farlo un po' meglio, ma a compiere ciò che nessuno fa". I giovani di Confindustria invitano pertanto il nuovo governo "a dare un progetto concreto di futuro, a disegnare l'Italia che sarà tra dieci anni". "La capacità di visione per un leader è essenziale" dice ancora Morelli: "Non vogliamo miracoli ma che si agisca sulla competitività del Paese".
I giovani di Confindustria chiedono che parta "un giro di vite sull'evasione fiscale perché 120 miliardi di continue sottrazioni alle casse statali sono una ferita nella quale circa la metà, 60 miliardi, è frutto di corruzione e di collusioni con chi ha in mano le leve del potere".
Nonostante le promesse di Alfano prima e di Letta poi, secondo i giovani industriali nulla è cambiato. "A oggi - è il grido di Morelli - nessuno ha modificato la legge elettorale. I cittadini son stati chiamati a ratificare anziché a scegliere".
Il leader dei giovani industriali propone l'introduzione del reddito minimo a tempo per chi perde il lavoro e poi citando i numeri: "Solo l'8,5% dei figli di operai diventa imprenditore, dirigente o libero professionista. Tra le fonti principali di disuguaglianza c'è la disoccupazione". Il problema, secondo Confindustria, è che "mentre il mercato del lavoro si è trasformato, i mezzi con cui rispondiamo alle criticità sono rimasti indietro, legati esclusivamente alla prestazione svolta con l'impresa". Morelli, infine, ha concluso ricordando i tragici suicidi "Oggi l'imprenditore è solo quando deve chiudere la propria azienda. Solo quando deve comunicare ai dipendenti il licenziamento. Solo quando trova le ipoteche sulla casa. Troppi imprenditori sono stati abbandonati nella solitudine quando hanno deciso di finirla con tutto". E' ora di dire basta!