Col progredire della crisi economica, sono aumentate le frodi creditizie attraverso il furto d'identità e l'utilizzo illecito di dati personali e finanziari per ottenere prestiti o acquistare beni. È quanto emerge dall'ultima relazione stilata dall'osservatorio Crif, società specializzata nella gestione di sistemi d'informazione creditizi.
Nel primi sei mesi del 2012, infatti, sono stati intercettati oltre 9.000 casi di frodi creditizie, con un aumento del 17,9% rispetto al primo semestre del 2011. La maggior parte delle frodi avviene in Rete, immenso serbatoio che contiene dati anagrafici in abbondanza a cui attingere. I prestiti finalizzati sono i prediletti dai frodatori, con l'82,4% del totale. Sono scese in misura notevole, invece, le frodi riguardanti le carte di credito (- 35%). Se consideriamo la fascia d'età più colpita, concentrata nella classe di età compresa fra i 18 e i 30 anni, è doveroso rilevare che fra i giovani l'uso del web è assai diffuso, ma questi utenti - secondo le statistiche - tendono a sottovalutarne i rischi connessi, o ne ignorano i pericoli. E la percentuale di vittime di tali frodi corrisponde al 29,9% del totale, con un incremento molto elevato, se confrontato con i dati dell'anno scorso. Difatti, proporzionalmente è in netta ascesa, attestandosi nel primo semestre di quest'anno a un più 36,2%.
Subiscono più frodi gli uomini delle donne, e i primi rappresentano il 65,1% delle vittime. E le regioni più colpite da questi veri e propri furti, sono nell'ordine la Campania, la Lombardia, la Sicilia e il Lazio. Ma il dato che più sconcerta, sempre secondo quanto riferisce l'indagine svolta dal Crif, è che il frodato si accorge della perdita del proprio denaro quando ormai, mediamente, è trascorso un anno dal "prelevamento" truffaldino.