Le banche erogano finanziamenti con il contagocce, perché le sofferenze sono in crescita, e perché i rischi di insolvenza delle imprese restano alti. Ma ora sono anche le Pmi che premono sulle banche mettendole tra di loro in competizione. Basti pensare che in Lombardia il 15% delle imprese ha ridotto il numero degli istituti di credito con cui tiene dei rapporti.
Questo è quanto emerso, tra l'altro, da "Imprese, credito e finanza", un Rapporto a cura della Camera di commercio di Monza e Brianza che si è avvalsa della collaborazione di Digicamere. Quando possibile le Pmi al posto del prestito in banca puntano sull'autofinanziamento, soluzione scelta dal 16,7% del campione di imprenditori interpellato. E comunque dall'indagine è emerso che con tassi di interesse applicati doppi rispetto a quelli attuali sui prestiti, il 50% delle imprese rischierebbe la chiusura.
Per non chiedere un prestito direttamente in banca, e magari ottenere un esito negativo, gli imprenditori sono a caccia sempre di più di soluzioni alternative. Stando all'indagine dell'Ente camerale, le PMI si rivolgono ai Confidi e quando possibile non solo ricorrono all'autofinanziamento, ma optano per il leasing e il factoring. E se ci sono le condizioni viene valutata la quotazione in Borsa, il venture capital o l'emissione di prestiti obbligazionari.
In ragione del numero di imprese presenti, è Brescia la Provincia lombarda dove per l'accesso al credito ci si rivolge di più ai Consorzi Fidi, mentre Milano è quella dove c'è una maggiore richiesta di credito direttamente presso le banche.