Le aziende agricole in Italia hanno dovuto far fronte negli ultimi cinque anni, quelli della crisi economica, ad una drastica riduzione dei finanziamenti concessi dal sistema bancario. Il calo delle erogazioni è partito nel 2007 per poi continuare fino al 2012 a fronte di un crescente bisogno di liquidità, da parte delle Pmi agricole, attraverso l'accesso ai prestiti a breve termine.
La situazione è infatti tale per cui le imprese agricole chiedono credito in banca per finanziare l'attività ordinaria, magari perché hanno crediti scaduti e non riscossi, e non per finanziare investimenti che di norma vengono coperti con i prestiti aventi scadenze a medio ed a lungo termine.
Le banche italiane però hanno preferito contenere i rischi erogando il 3% in meno nel 2012, anno su anno, alle imprese agricole in accordo con un Rapporto della società di gestione fondi per l'agro-alimentare (Sgfa). La stretta creditizia, rispetto al Nord, si fa inoltre sentire maggiormente per il settore agricolo nelle Regioni del Centro e del Sud Italia.
E così le erogazioni di credito agrario crescono in Emilia-Romagna, Veneto e Regione Piemonte, mentre nelle Regioni del Mezzogiorno la discesa media dei prestiti concessi alle Pmi agricole è stata a due cifre nel periodo dal 2007 al 2012. Tra le Regioni del Sud che mostrano resistenza all'andamento negativo delle erogazioni ci sono solamente la Sicilia e la Puglia. Per il resto nel Centro-Sud, dallo scoppio della crisi, la stretta creditizia è stata costante.