Gli Istituti di credito richiedono prestiti alla Bce, ma alle entrate ricevute non fanno poi seguito concessioni ed erogazioni creditizie in favore di famiglie e privati: questo quanto emerge da un rapporto pubblicato dalla stessa Bce e stante il quale l'Organismo presieduto da Mario Draghi avrebbe ricevuto (e soddisfatto) richieste per oltre otto miliardi di euro, applicando tassi di interesse bassissimi e prossimi all'1,5%.
Dati alla mano dunque banche ed istituti di credito gestiscono flussi di danaro importanti ed ingenti, ma nonostante ciò il livello di erogazioni a famiglie, privati od imprese permane ancora su livelli ridottissimi; per quel che concerne la sola Italia, oltre il 70% delle banche boccia una richiesta "media" di finanziamento adducendo come motivazioni l'inidoneità della richiesta stessa o per converso la necessità di svolgere un supplemento di istruttoria (dall'esito poi quasi sempre negativo).
L'accesso di famiglie ed imprese al credito ed alla liquidità detenuta dalle banche risulta dunque essere sempre più difficoltoso; a tal proposito è sufficiente considerare che in media solamente tre banche su dieci erogano un mutuo, a condizioni standard, a soggetti che godano di un flusso salariale mensile minimo prossimo ai duemila euro. Si tratta di un tetto eccessivamente elevato, soprattutto se si considera che negli ultimi dieci anni i salari dei dipendenti italiani sono stati interessati da continui ritocchi livellati verso il basso.
Smussare e ridimensionare i requisiti minimi previsti per poter accedere ai flussi creditizi appare dunque ad oggi l'unica via da perseguire perché lo stato recessivo si attenui e l'economia riprenda a muoversi.