La casa è un indicatore fondamentale e infallibile delle abitudini e dello stile di vita di chi la abita: ad esempio, basterà studiare i materiali con i quali è costruita la casa per capire se il proprietario è attento o meno alle tematiche ambientali. In ogni caso, non è mai tardi per rendere la propria abitazione più ecosostenibile: basterà trovare un prestito conveniente per installare un impianto fotovoltaico, oppure comprare elettrodomestici che consumano meno energia, o ancora dotarsi di finestre isolanti.
Gli istituti di credito che offrono finanziamenti appositamente finalizzati all'efficientamento energetico di un immobile sono diversi: da banca IBL alla finanziaria Compass, basterà confrontare i loro prodotti per trovare quello più adatto alle proprie esigenze. L'efficientamento energetico, tuttavia, non è l'unico modo per rendere la propria casa "intelligente": gli smart building, infatti, sono edifici non solo efficienti dal punto di vista energetico, ma anche sicuri, confortevoli e interconnessi.
Sono queste le tematiche alla base dell'intervento allo Smart Grid Forum di Stefano Bianchi, rappresentante dell'Anie. La domotica, infatti, è frutto di diversi fattori, che insieme concorrono a rendere gli edifici intelligenti: dai sistemi di telemisura a quelli per la termoregolazione e la ventilazione, dall'integrazione delle energie rinnovabili ai sistemi di telesorveglianza e antintrusione.
La domotica rappresenta l'elemento che permette a tutti gli impianti di dialogare non solo tra loro, ma anche con l'esterno. Insomma, secondo Stefano Bianchi la domotica può essere intesa un po' come l'evoluzione del sistema elettrico tradizionale, che percorre tutta l'abilitazione ed è in connessione con illuminazione, elettrodomestici e così via.
Quando si parla di Building Automation, quindi, non si parla di nuove tecnologie "fantascientifiche", quanto dell'integrazione delle tecnologie già esistenti, che vengono messe a sistema e dialogano tra loro, raggiungendo un livello di autosufficienza elevato e permettendo di ottimizzare i flussi energetici, sia da un punto di vista economico che dal punto di vista ambientale.
Facciamo un esempio: dotarsi di elettrodomestici intelligenti significa avere degli apparecchi in grado di rispondere ad un segnale esterno e di interpretarlo in base alle impostazioni stabilite dall'utente. È quindi possibile impostare l'avvio automatico dell'elettrodomestico in base al costo dell'energia nelle diverse fasce orarie.
Ma quanto è necessario investire per realizzare una casa intelligente? Supponendo di partire da zero, e quindi di dover costruire l'intero edificio, l'investimento richiesto dalla domotica è pari al 4% del totale: se pensiamo che normalmente la quota d'investimento necessaria per l'impianto elettrico è del 2%, ci si rende conto come non si tratti di un surplus eccessivamente alto.
Inoltre, grazie alla domotica l'investimento iniziale renderà tra il 15 e il 20% in più. In termini di risparmio, poi, un 15% verrà dal monitoraggio dei propri consumi, possibile grazie agli smart meters, un altro 25% della corretta climatizzazione e infine, un consistente 55% dall'illuminazione.
Quantificare l'entità del risparmio è fondamentale, perché sarà proprio questa la leva che potrà spingere il cittadino-investitore a puntare su queste nuove tecnologie: è infatti provato, e per avere una dimostrazione pratica basta guardare come funziona il mercato libero dell'energia, che i consumatori non sono disposti a cambiare per un risparmio di poche decine di euro. Se questo vale per gli operatori di energia, figuriamoci per la propria casa.
Le innovazioni, perciò, devono essere pensate e rapportate a ciò che i consumatori vogliono e soprattutto su quello per cui sono disposti a pagare. Se non è possibile puntare sul risparmio, però, si può anche far riferimento a valori intangibili, quali il comfort e la sicurezza che possono derivare dalla diffusione di una tecnologia.