I nuovi dati sul sistema paese, sono tutt'altro che rassicuranti, la congiuntura economica non lascia presagire vie di ripresa, continuando a indebolire in maniera accelerata gli organi vitali della nazione. Prestiti: secondo l'Abi, il totale dei finanziamenti a famiglie e imprese, si è ridotto notevolmente nei primi tre mesi dell'anno, attestandosi al 3,1%, tradotto in cifre a 1.458 miliardi di euro. Non va meglio sul fronte della raccolta, anche in questo caso il totale degli impieghi, riflette il permanere della debolezza dell'intero comparto, legato soprattutto all'incertezza del futuro.
Mercato immobiliare: anche qui il crollo non è stato indifferente, in un solo anno le compravendite sono scese di 150.000 unità, il peggior dato dal 1985, quando le transazioni immobiliari si attestavano a 430.000 circa. In termini percentuali, il calo delle compravendite immobiliari è sceso del 22,4%, il cui valore di scambio è stimato intorno ai 20 miliardi di euro, in altre parole il 5,7% in meno rispetto allo scorso anno.
Produzione industriale: tra le economie continentali, il dato peggiore è quello dell'Italia, con un -5,2% rispetto al 2012. Non va meglio negli altri paesi dell'eurozona, a eccezione dell'Olanda (+11%), mentre per gli stati virtuosi, come Germania e Francia il calo non è stato indifferente, rispettivamente perdono l'1,5% e l'1,6%.
Inflazione: resta ferma all'1,1%, il rallentamento, dovuto principalmente alla frenata dei consumi energetici, ci fa ritornare a tre anni fa, quando la crescita nazionale era stimata al 3,3%, in sostanza i dati evidenziano una situazione stagnante sull'indice dei consumi.
Tassi di crescita: scendono gli acquisti nell'ultimo trimestre, alimenti e beni energetici, sfiorano i minimi storici (1,2% nel solo mese di aprile). Sulla stessa scia pure le spese per comunicazione e trasporti, con una diminuzione mensile del 2% su scala nazionale. L'indice dei prezzi conferma anche l'elevata contrazione dei beni cosiddetti di prima necessità: gas, acqua e carburante segnano un calo tendenziale dell'1,3% rispetto al 3,6% dei 12 mesi appena passati.
Consumi: carrello della spesa sempre più vuoto e prezzi in deciso aumento, nonostante il rincaro su base annua sia solo dell'1,5%, rispetto alle previsioni del (2%). Si tratta del tasso più basso degli ultimi tre anni, con un numero sempre più crescente di consumatori, circa il 40% che ha deciso di adottare comportamenti antispreco, riducendo di molto gli acquisti di generi alimentari. Insomma il paese cala a picco, e visti gli sviluppi giornalieri sull'economia reale, se non si interviene immediatamente a tamponare l'emorragia sociale, possiamo solo aspettarci tempi ancora più duri.