Sempre più persone hanno bisogno di prestiti per avviare le proprie attività e realizzare le proprie idee, ed è così che oggi nascono nuovi modi per ottenere piccoli prestiti; tra questi ci sono il crowdfunding e il social lending.
Il crowdfunding
Quando si parla di crowdfunding si intende letteralmente finanziamento dalla folla.
I primi a capire l'importanza delle piccole folle sono stati i cinesi, che spinti da una profonda diffidenza nei confronti delle banche, fanno girare il denaro soltanto in famiglia.
- la serie tv americana Veronica Mars diventerà un film grazie ai 5,7 milioni di dollari raccolti su Kickstarter.com;
- l'innovativo dispositivo sanitario Scanadu Scout realizzato grazie agli 8500 sottoscrittori che hanno permesso di raccogliere la cifra di 1,6 milioni di dollari;
- Palazzo Madama di Torino che è riuscito ad acquistare i 43 pezzi del servizio di porcellana di Meissen appartenuto alla famiglia D'Azeglio, grazie ai 1100 cittadini che hanno versato gli 80 mila euro necessari.
Sono dunque sufficienti un progetto credibile, un sito dedicato e una comunicazione adeguata perchè il sogno diventi realtà.
Il social lending
Nato soprattutto per la crisi galoppante e la disaffezione per il sistema bancario, il social lending è un sistema di prestiti tra privati effettuato attraverso una piattaforma informatica.
Attualmente le due piattaforme esistenti sono Smartika e Prestiamoci: attraverso il social lending si possono ottenere finanziamenti in tempi rapidi e senza troppa burocrazia, tant'è che spesso viene chiamato prestito "da divano"; il tutto avviene via Internet e in circa 48 ore.
La cifra massima finanziabile non deve superare i 15 mila euro che devono essere rimborsati entro 4 anni.
Ma cosa ci guadagna chi investe su queste piattaforme?
Il prestito prevede innanzitutto un rendimento sul denaro erogato, e inoltra chi presta conosce il fine per il quale quelle somme saranno utilizzate, cosa che spesso non avviene con le banche.
Infine, i rischi per gli investitori sono davvero bassi: ogni somma prestata è composta in media da 50 prestatori, e ciò significa che su 1000 euro ogni finanziatore investe al massimo 20 euro.